ASLFALTATRICE BLANCA – Già venerdì il Real Madrid aveva allungato sulle inseguitrici battendo in trasferta l’Almeria per 4 a 1. Risultato bugiardo in quanto, al contrario dell’apparente passeggiata di salute, i Blancos hanno avuto qualche difficoltà a portare a casa i tre punti. Dopo il vantaggio di Isco, che sta attraversando il miglior momento della carriera, pareggia Verza con una fucilata di prima intenzione alla destra di un incolpevole Casillas. Prima del fischio finale del primo tempo arriva il guizzo di Bale con una potente zuccata. Nel secondo tempo i ragazzi di Ancelotti trotterellano finché, a dieci minuti dalla fine, Ronaldo, risvegliandosi dal torpore, piazza una doppietta che manda a nanna gli andalusi. Tutto più facile con uno che in 15 partite infila 25 gol, ma non è tutto qui.
IL CAPOLAVORO DI CARLETTO – Ancelotti è riuscito a cambiare nuovamente faccia al Real Madrid ed a renderlo ancora più forte e spettacolare nonostante la partenza di due giocatori cardine come Di Maria e Xabi Alonso. Dopo un iniziale periodo di assestamento con varie prove di moduli, il tecnico italiano ha trovato il modo di far coesistere quasi tutti i gioielli della rosa: 4-4-2 con Isco e J.Rodriguez sulle fasce ed al centro Modric e Kroos. L’unica pecca è dover lasciare fuori Bale, ma con le rotazioni trovano posto tutti. Una macchina perfetta che ha prodotto 20 (venti!) vittorie consecutive.
LUIS ENRIQUE IN PANNE – Il giorno dopo il Barcellona impatta a Getafe sullo 0-0 offrendo una prestazione a dir poco scialba. Le occasioni più pericolose arrivano da due punizioni di Messi, ma nient’altro. I Blaugrana si impantanano sempre più col passare dei minuti come fossero delle spugne sotto il diluvio che si abbatte sull’Alfonso Perez di Getafe e vengono graziati dal fiscalissimo arbitro di gara che ferma per tempo di recupero terminato l’attaccante blu Alvà ro Và zquez lanciato in solitaria verso la porta catalana. Luis Enrique sta riuscendo nella sciagurata impresa di far giocare il suo Barcellona peggio di quello del suo predecessore Gerardo Martino.
SIMEONE TRADITO DA UN SUO PUPILLO – Domenica alle 19 al Vicente Calderòn di Madrid è il turno di Atletico Madrid-Villareal. Si attende dai ragazzi terribili di Simeone una reazione d’orgoglio dopo lo stop del turno precedente contro la Real Sociedad, invece arriva un primo tempo noioso come una lezione di analisi matematica. Nel secondo tempo solo un lampo di Arda Turà n scuote i colchoneros che andrebbero in rete con il capoccione di Mandzukic, ma l’arbitro annulla per un’impercettibile spinta dell’attaccante croato. E così a cinque minuti dalla fine va in scena il dramma in stile Cesare e Bruto: Vietto, attaccante argentino del Villareal che proprio Simeone aveva fatto esordire nel campionato argentino col Racing di Avellaneda, sbeffeggia al limite dell’area Godìn e scarica in porta uno schiaffo che gonfia la rete. La partita finisce 0-1 e l’Atletico perde ancora terreno.
Il divario in testa alla classifica si dilata, prima di Natale ci sarà ancora spazio per un altro turno: con il Madrid impegnato nel Mondiale per Club, Atletico e Barcellona riusciranno a riaprire la Liga?
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