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Europei, la Storia: 1980, bis per la Germania Ovest sotto il cielo di Roma

Europei, la Storia: 1980, bis per la Germania Ovest sotto il cielo di Roma
Mondo Sport
30/05/2021 18:34 | A cura di Domenico Geria
Nella sesta edizione degli Europei aumentò il numero delle partecipanti alla fase finale, ma in finale giunse ancora la Germania Ovest, ancora campione otto anni dopo

La Storia degli Europei di calcio: RNP racconta in 15 puntate gli eventi, le imprese e i protagonisti della più prestigiosa competizione continentale per nazioni, dagli albori fino all’ultima edizione datata 2016, alla vigilia della 16^ edizione.

ITALIA 1980

PRIMA FASE – Cambiò alla sua sesta edizione il format dei campionati Europei. Raddoppiò il numero delle nazionali qualificate per la fase finale, da 4 a 8, una di queste era il paese ospitante, ma per la prima volta la scelta venne effettuata dall’UEFA prima del torneo, qualificando d’ufficio i padroni di casa all’atto conclusivo. La scelta per Euro ’80 ricadde sull’Italia, la quale aveva già ospitato e vinto il torneo del 1968. Le altre 31 nazionali vennero suddivise in 7 gironi, dalle quali si qualificò una sola squadra per raggruppamento.

QUALIFICATE – Alla fase finale di Euro ’80 si qualificarono: l’Italia (ammessa di diritto in qualità di paese ospitante), l’Inghilterra (vincitrice del Gruppo 1 davanti a Irlanda del Nord, Irlanda, Bulgaria e Danimarca), il Belgio (Austria, Portogallo, Scozia e Norvegia), la Spagna (Jugoslavia, Romania e Cipro), l’Olanda (Polonia, Germania Est, Svizzera e Islanda), la Cecoslovacchia campione in carica (Francia, Svezia e Lussemburgo), la Grecia (Ungheria, Finlandia e Unione Sovietica) e la Germania Ovest (Turchia, Galles e Malta).

FASE FINALE – Grandi novità riguardano la fase conclusiva del torneo, che non soltanto ospitò per la prima volta 8 partecipanti, ma vide la composizione di due gironi. Non furono previste semifinali, a giocarsi il titolo di campione d’Europa si qualificò la prima di ogni girone; finale di consolazione invece tra le seconde.
Nel Gruppo A, la Germania Ovest ottenne l’immediata rivincita contro la Cecoslovacchia che l’aveva sconfitta nella finale di Belgrado quattro anni prima: l’11 giugno a Roma, nel match inaugurale della manifestazione, Rummenigge firmò il gol-partita. Tedeschi scatenati anche contro l’Olanda, in una sfida che valeva praticamente l’accesso alla finale: 3-2 con tripletta di Allofs e tentativo infruttuoso di rimonta Orange nel finale. La nazionale guidata da Jupp Derwall staccò il pass per la finale con un turno di anticipo, chiudendo il girone con uno 0-0 contro la Grecia, mentre cecoslovacchi e olandesi impattarono lo scontro diretto per il secondo posto, risultato che portò i campioni uscenti alla finale di consolazione per la miglior differenza reti.
Nel Gruppo B l’Italia esordì il 12 giugno a Milano con uno 0-0 contro la Spagna, mentre a Torino finiva 1-1 la sfida tra Belgio e Inghilterra. Il 15 giugno Azzurri di scena nel capoluogo piemontese con il gol di Tardelli a decidere il match con gli inglesi; intanto a Milano la nazionale belga piegava per 2-1 gli spagnoli. La sfida decisiva per il primo posto si giocò a Roma il 18 giugno: Italia-Belgio finì a reti bianche, risultato che lasciò le due squadre in vetta con gli stessi punti, 4, e identica differenza reti, +1, ma andò a favorire i Diavoli Rossi per il maggior numero di reti segnate nei tre incontri, 3 contro 1. Terzi nel girone gli inglesi, vittoriosi per 2-1 sulla Spagna a Napoli.
Il 21 giugno l’Italia e la Cecoslovacchia giocarono a Napoli la finale per il terzo gradino del podio: Ciccio Graziani replicò al vantaggio di Jurkemik, il match si chiuse in parità anche dopo i supplementari e furono necessari i rigori. Se ne calciarono 18, 9 a testa, tutti trasformati eccetto l’ultimo dell’Italia, fallito da Collovati, che consegnò ai cecoslovacchi il terzo posto.
Il 22 giugno a Roma la Germania Ovest scese in campo per la sua terza finale europea consecutiva, prima volta invece per il Belgio. Equilibrio spezzato al 10′ dai tedeschi: Schuster triangolò con Allofs e pescò in verticale Hrubesch, bravo nel prendere in controtempo il difensore, aggiustare il pallone di petto e sparare dal limite, sorprendendo il portiere Pfaff. Il vantaggio teutonico resistette fino ad un quarto d’ora dal termine, quando il fischietto romeno Rainea assegnò un rigore al Belgio, trasformato in maniera impeccabile da Vandereycken che spiazzò Schumacher. I tempi supplementari sembravano ormai certi, ed invece all’88’ da un calcio d’angolo per i tedeschi spiovve un pallone sul quale si avventò come un predatore spietato ancora Hrubesch, che di testa batté Pfaff firmando il definitivo 2-1. L’Olimpico di Roma incoronò la Germania Ovest, campione d’Europa per la seconda volta.

IL PERSONAGGIO – Nella vittoria della Germania Ovest del 1972 ci fu la marchiatura a fuoco di Gerd Muller; nel 1976 non furono invece sufficienti i gol di Dieter Muller; sul titolo del 1980 spiccano invece i nomi di Klaus Allofs, autore di una pesantissima e decisiva tripletta contro l’Olanda, e Horst Hrubesch, mattatore della finale con una doppietta.
Allofs, 23 anni all’epoca del successo europeo della sua nazionale, collezionò oltre 50 presenze con la Germania Ovest fino al 1988, segnando 17 reti; nelle squadre di club si dimostrò sempre molto prolifico, prima nel Fortuna Dusseldorf che lo lanciò nel grande calcio, poi con la maglia del Colonia, dove in 6 anni realizzò 88 gol. Positiva anche la sua successiva esperienza francese tra Olympique Marsiglia e Bordeaux, prima di tornare in Germania, al Werder Brema, dove chiuse la carriera vincendo la Coppa delle Coppe (1992) e il suo primo campionato tedesco (1993).
Hrubesch visse in quella serata romana del 1980 uno dei punti più alti della sua carriera, dato che la sua esperienza in nazionale fu molto limitata, con appena 21 presenze (l’ultima nella finale del Mondiale ’82 contro l’Italia) e solo 6 gol, 2 di questi però a dir poco pesanti, nonché i primi con la maglia della Germania Ovest. L’altro picco della carriera, Hrubesch lo visse il 25 maggio 1983 ad Atene, quando alzò al cielo la Coppa dei Campioni da capitano dell’Amburgo, vittorioso ai danni della Juventus. Con la maglia degli Anseatici visse molte stagioni importanti in Germania, con tre titoli nazionali e il primo posto tra i cannonieri della Bundesliga nel 1982. Vestì in seguito anche le maglie di Standard Liegi e Borussia Dortmund, prima del ritiro avvenuto nel 1986.

ITALIA 1980 – CAMPIONE: GERMANIA OVEST

(6 – continua)

Domenico Geria
Collaboratore di ReggioNelPallone.it

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