Un pezzo di storia e passione, in un quartiere da sempre legato ai colori della Reggina. Il “muretto amaranto” del Gebbione si è rifatto il look, per festeggiare la serie B riconquistata dalla compagine dello Stretto ma soprattutto per omaggiare ed onorare ancora una volta la memoria di Saverio Callea, supporters amaranto volato in cielo troppo presto. Saverio è stato strappato all’affetto dei suoi cari da una tremenda malattia contro la quale ha lottato fino all’ultimo, ma il suo ricordo vive quotidianamente in tutti coloro i quali hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di volergli bene.
La cerimonia organizzata per l’occasione, ha visto la presenza di tanti amici e dei familiari di Saverio: negli occhi di tutti i presenti, enorme emozione e lacrime trattenute a stento. Tra i presenti anche alcuni ospiti d’eccezione, che hanno contribuito alla storia amaranto. <Sono cresciuto qui al muretto-ha dichiarato Sergio Campolo ai microfoni di Alfredo Auspici, che ha ripreso l’evento in diretta-, questo luogo per me evoca tante cose e sono contento che sia legato a Saverio, persona speciale che ha sempre cercato di aiutare tutti. Gente come noi è sempre orgogliosa di legarsi a doppia mandata a questa terra>. Al pensiero di Campolo fa eco il pensiero di un altro “ragazzo del Gebbione” che ha indossato la maglia della Reggina, ovvero Dado Cucinotti. <Per noi giovani, Saverio era lo zio di tutti. Sono onorato di essere qui, di rivedere tanta gente del Gebbione e di rivedere questo posto che riprende i colori amaranto>.
Tra le iniziative in omaggio di Saverio Callea, una lastra in pietra benedetta da Don Bruno, parroco della Chiesa di San Luca. <Il muretto è stato sempre un luogo di aggregazione-ha dichiarato Don Bruno rivolgendosi ai presenti-, è una cosa bellissima che voi lo abbiate trasformato in un doppio ricordo, dedicandolo sia alla Reggina che a Saverio. Io vi auguro che il tutto non si fermi qui, a Reggio abbiamo avuto un periodo storico in cui oltre alla Reggina in A c’erano anche tante altre realtà sportive a grandi livelli, in cui c’era attenzione sociale e culturale. Mi auguro che questo sia l’inizio di un percorso di aggregazione, di attenzione e di ricordo verso le persone che lasciano il segno, che hanno dato un significato profondo. Questo luogo adesso ci ricorda un ragazzo straordinario, il suo sorriso, il bene che ha voluto a tutti noi. Attraverso le piccole cose noi possiamo fare cose grandi, proprio come ha fatto Saverio…>.
La frase finale di Don Bruno, riprende proprio la frase campeggiante nella lastra dedicata a Saverio, ispirata da un pensiero di Madre Teresa di Calcutta: “NON TUTTI POSSIAMO FARE GRANDI COSE, MA POSSIAMO FARE PICCOLE COSE CON GRANDE AMORE”.
L’emozionante diretta di Alfredo Auspici, icona della passione popolare amaranto ed anch’esso “ragazzo del Gebbione” amico di Saverio, non poteva che chiudersi con due interventi speciali. “L’emozione è tantissima-ha dichiarato il figlio di Saverio, Silvio Callea– so che papà ci teneva moltissimo a questo posto perché qui è cresciuto. Tutte le persone che sono qui sono persone che mio padre ha amato tanto in vita, un amore che oggi sta tornando attraverso il ricordo. Spero che questo muretto continui ad essere luogo di amicizia, fratellanza, aggregazione, proprio come succede da sessantanni. Grazie a tutti”. Ringraziamenti e voce interrotta dall’emozione, anche nelle parole della moglie di Saverio, Tiziana Argurio, le cui poche parole pesano più di centinaia di discorsi: “Grazie immensamente a tutti, Saverio continuerà ad essere una presenza per tutti, ha donato tanto amore così come tanto amore sta ricevendo. Un amore che continua”.
Ciao Saverio, da quel muretto basterà alzare lo sguardo per vedere un’altra stella in più brillare forte nel cielo amaranto.
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