Doverosa premessa. Il tempo non aiuta. Mister Drago, un esteta del calcio, ha avuto a disposizione poco meno di due settimane per imprimere la propria identità a questa squadra. Si gioca ogni tre giorni però. E questo non aiuta. Tra rifinitura, defaticante ed impegno ufficiale a mancare è il tempo tecnico per provare schemi e situazioni di gioco.
Lo stesso allenatore ex Reggina, ieri, in occasione della conferenza stampa post-gara, è apparso scontento. Ma fiducioso. “Dobbiamo portare il pallone in mezzo al campo” – le sue parole – “I terzini devono migliorare questo aspetto”. Verissimo. I principi che Drago sostiene rimandano tutti ad un calcio “concreto”. Azione che parte da dietro, scambi rapidi e via in verticale. Gasparetto e Conson offrono solide certezze in fase difensiva. La loro intesa cresce con il passare dei minuti. In fase di impostazione, però, dovranno di certo lavorare. Kirwan e Procopio/Solini cercano spesso, così come accadeva nell’era Cevoli, il passaggio lungo-linea. Niente di più sbagliato per mister Drago. La palla deve correre. Rotolare verso il centro. Come se ci fosse un calamita che attira tutti i palloni. Bellomo il centro di questo sistema.
Tempo, maledetto tempo. Tra 48 ore si torna in campo, a Brindisi. Sullo sfondo Castellammare. Poi un turno di riposo. Una manna dal cielo per l’allenatore amaranto.
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