Come ogni estate, il mese di luglio si tramuta per numerose piazze sportive italiane, anche blasonate, in un incubo, una corsa contro il tempo per preservare una categoria, una squadra, una storia, una passione, un sogno. E anche l’estate 2018 non fa eccezione, sebbene rispetto ad un passato recente, le società in bilico siano notevolmente diminuite.
Si tratta della triste danza estiva dei club annegati dai debiti, vittime di un sistema calcistico italiano che da anni si pone l’obiettivo di riformare leggi e normative a tutela in primis di chi questo sport lo vive con grande sacrificio di energie, di tempo e di denaro. Ecco, il denaro: è sempre quello, purtroppo, l’elemento discriminante che fa la differenza. Una società ricca non è detto che vinca, ma una povera a lungo andare non solo non vincerà , ma arriverà al punto di non poter neppure scendere in campo. Dovrebbe essere un’eccezione, ed invece è la regola. Ogni estate si perpetua la stessa storia.
I 59 club di Serie C hanno effettuato l’iscrizione al campionato, i cui termini scadevano il 30 giugno; qualcuno però, come sempre accade, non era a posto con la documentazione, tra fidejussioni, stipendi e contributi. In una settimana questi club avrebbero dovuto compiere il ‘miracol0’, ma in quanto tale, per qualcuno è rimasto un’utopia. Come per la Fidelis Andria, che non è riuscita a reperire la cifra necessaria e che verrà bocciata dalla Covisoc; lo stesso destino potrebbe toccare alla Juve Stabia e anche a Matera si vivono giorni d’attesa, questo per rimanere nel girone meridionale, ma anche al nord la situazione non è delle migliori. Per Lucchese e Reggiana la situazione appare molto difficile da risolvere, mentre un’altra società che dovrebbe ricevere il taglio quasi certamente sarà il Mestre; un passaggio di proprietà giunto in extremis pare aver invece salvato il Cuneo.
Terminata la triste danza di Covisoc e appelli vari, partirà come sempre la corsa al posto vacante, tra le candidate al ripescaggio (ogni anno sempre meno) e la novità delle seconde squadre dei club di Serie A.
Nelle ultime stagioni però, il problema si è esteso in maniera sempre maggiore anche alla B, prima raramente sfiorata da tali situazioni. Sono ben tre i club in difficoltà : Bari, Cesena e Foggia. Piazze importanti, storiche città del calcio italiano con un passato illustre e prestigioso alle spalle. Per i due club pugliesi poi, è una sorta di déjà -vu.
Anche l’estate 2018 ha dunque queste sfumature. Ogni anno diciamo che non ne possiamo più, che le regole devono cambiare, che il ‘sistema calcio’ deve adattarsi ad una crisi economica che porta poca gente allo stadio, pochi sponsor interessati a finanziare uno spettacolo con scarsissimo appeal, e pochissimi denari per club che per sopravvivere (non vivere) tentano qualunque espediente per mantenere un bilancio il più possibile in linea di galleggiamento. Invece ogni anno si ripete tutto quanto con protagonisti vecchi e nuovi, ed il problema è che ormai tutto ciò ci appare naturale. Ma non lo è.
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