Franco Colomba è uno degli allenatori più ricordati della storia della Reggina. Ha guidato gli amaranto per la prima volta nella stagione di Serie B ’97/’98 e vi ha fatto ritorno due stagioni dopo guidando una Reggina neopromossa in Serie A raggiungendo la salvezza con la valorizzazione di giovani calciatori quali Cirillo, Kallon, Baronio, Pirlo, Cozza. Il successivo massimo campionato vede la squadra dello Stretto protagonista in negativo con una miniserie di 1 punto in 10 partite e che, al termine di un doppio spareggio contro l’Hellas Verona, subisce la retrocessione. Nel 2002, confermato alla guida della squadra in Serie B, riporta la Reggina in A dopo una stagione.
Martedì scorso le telecamere sky l’hanno inquadrata a S. Siro, presente nella cerimonia d’addio al calcio di un grande come Andrea Pirlo, che lei 18 anni fa ha allenato in riva allo Stretto. Ci racconti un po’ del “maestro”.
“Il maestro si racconta da solo con quello che ha fatto. Quando lo allenai a Reggio lui è stato protagonista sin da subito, e più il tempo passava, più lui dimostrava le sue immense qualità. Averlo a Reggio Calabria per noi era un privilegio, e mi sento molto fortunato ad aver avuto possibilità di allenarlo, lui soprattutto, ma anche molti altri calciatori di quegli anni. Il nostro era un gruppo formato da diversi campioncini: Baronio era uno di questi, anche Kallon e Cozza avevano un talento superiore alla media. Messi insieme ad un gruppo di grandi interpreti della passione e dell’ardore agonistico che vanno da Stovini, Cirillo, Giacchetta, Morabito, Possanzini e tanti altri, ci siam potuti togliere diverse soddisfazioni.”
Risale a due anni fa (al Livorno) l’ultima esperienza di Franco Colomba su una panchina. Quanto le manca oggi quella panchina mister?
“Sono due anni che non alleno in quanto al momento non sto riuscendo a trovare un progetto che mi convinca a pieno. Nell’ultima mia esperienza a Livorno non sono riuscito a risolvere una situazione che però francamente appariva senza scampo. Ora non mi resta che aspettare, ma sono pronto a rimettermi in pista e non vorrei che quella negativa parentesi a Livorno chiuda la mia carriera da allenatore. La voglia di riscatto e di iniziare un’ avventura che stavolta vada nel verso giusto non manca”.
Sulla scia dell’ultima domanda.. Se un giorno dovesse squillare il telefono ed a chiamarla fosse proprio la Reggina, cosa farebbe?
“Io nella mia vita non ho mai chiuso la porta a niente e nessuno. Non nascondo che Reggio Calabria è quanto di più bello mi sia capitato da allenatore, perché è stata un esperienza di vita oltre che professionale che porterò sempre dentro al mio cuore. E quindi se un giorno dovesse arrivare davvero questa chiamata, ovviamente dipende dai momenti e dalle situazioni che uno si trova ad affrontare, ma di sicuro un’offerta del genere non può non esser presa in considerazione, con Reggio Calabria che, ripeto, rappresenta una tappa importante della mia vita.”
A proposito di Reggina, si sta pian piano formando un nuovo corso, con il ds Taibi già a lavoro. Cosa pensa del nuovo progetto amaranto?
“Se Reggio Calabria si affida a uomini che hanno a cuore la situazione, oltre ad essere professionisti, vedi Taibi, direi che la strada inizia ad essere in discesa. È ovvio che poi le difficoltà sono tante, ma evidentemente c’è un serio progetto dietro e questo dovrà essere necessariamente portato avanti con chi ha dato una mano in passato che è richiamato ,in un altro ruolo, a contribuire, con lo stesso entusiasmo che c’era allora. E’ ovvio che non è solo dando un’occhiata al passato che si può andare avanti, ma questo mi sembra ,come ho appena detto, un buon punto di partenza, al quale vanno abbinate una serie di cose che senz’altro saranno state prese in esame.”
Simone Bellantone
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