Martedì 21 maggio 2018 lo stadio “Meazza” è stato teatro di una grande festa d’addio, quella di un campione assoluto come Andrea Pirlo, uno dei calciatori più forti degli ultimi vent’anni. Un palmares di tutto rispetto per il Maestro, tra Scudetti e Champions League, per non parlare del Mondiale 2006 che lo vide tra i grandi protagonisti.
Per omaggiare Pirlo nella sua festa d’addio, avvenuta appena due giorni dopo aver compiuto 39 anni, i compagni di mille battaglie e i rivali di altrettante sfide (da Pippo Inzaghi, autore di una tripletta, a Gattuso, da Zanetti a Cassano a Shevchenko e Lampard, solo per citarne alcuni), per un calciatore cresciuto nel Brescia e poi lanciato nel calcio che conta; lui, che può vantarsi di aver indossato le maglie dei tre club italiani storicamente più importanti, Inter, Milan e Juventus; lui, che è stato leader per anni della Nazionale maggiore, ma che ha anche vinto l’oro all’Europeo Under 21 del 2000.
Ma Andrea, il primo campionato di Serie A da assoluto protagonista lo ha giocato con la Reggina, unica sua altra squadra italiana. E non vi stupite se qualche tifoso amaranto, pensando a Pirlo, non ha come immediato ricordo il Mondiale 2006 o la Champions con il Milan o ancora gli Scudetti con la Juventus, bensì una data di settembre del 1999, il 19 per la precisione.
Il 17 settembre 1999 l’Inter e la Reggina raggiungono l’accordo per il prestito del ventenne Andrea Pirlo; il ragazzo raggiunge i nuovi compagni direttamente in ritiro, dato che domenica 19 settembre gli amaranto saranno impegnati a Bologna per la terza giornata del loro primo campionato di Serie A. Colomba al “Dall’Ara” manda in panchina il nuovo arrivato. Al 26′ del secondo tempo, sul risultato di 0-0, Pirlo fa il suo esordio con la Reggina, con indosso la maglia numero 30, prendendo il posto di Kallon; al 27′ tocca il suo primo pallone, su passaggio di Baronio, cedendolo a sua volta a Brevi; al 29′ ripiega sulla trequarti e toglie la sfera dai piedi di un avversario, parte in progressione, vede Possanzini, lo serve e il buon Davide fa tutto benissimo, realizzando il gol che vale la prima vittoria in Serie A della Reggina. Appena tre minuti bastarono a Pirlo per entrare nella storia amaranto; chiuse la sua stagione in riva allo Stretto giocando 28 partite e siglando 6 reti, contribuendo in maniera fondamentale alla salvezza.
Dopo questo salto nel tempo, non sorprenda quindi vedere sugli spalti dello stadio milanese l’ex presidente Lillo Foti ad assistere al match; e non sorprenderà nemmeno vedere in campo, tra i fenomeni mondiali del primo decennio degli anni 2000, anche il suo vecchio amico e compagno, alla Reggina e nell’Under 21, Roberto Baronio, o l’altro ex amaranto Aimo Diana. Non sorprenda se nel veder uscire Pirlo dal campo sostituito dal figlio Niccolò, un nodo possa stringere la gola. Ma soprattutto, non ci si deve sorprendere se nel momento in cui Andrea ha accarezzato la testa del bimbo con addosso la maglia della prima Reggina in Serie A, una lacrima nostalgica sia esondata dalle palpebre, colma di emozioni irripetibili.
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