“Ho sofferto per diciassette anni, a causa delle voci infamanti che qualcuno ha messo in giro sul mio conto“. Una frase che Massimo Taibi ha ripetuto più volte, fin dai primi giorni in cui si era capito che un suo ritorno in amaranto era molto più di una semplice suggestione.
Nel suo precedente percorso a Reggio, Taibi è stato un idolo indiscusso, ma nel lontano 2003, quando l’ex “portierone” indossava la maglia dell’Atalanta e la sua strada si incrociò con quella dei colori amaranto fino allo spareggio, il rapporto con la Curva Sud non fu certo rose e fiori. Quindici anni dopo, l’obiettivo è quello di far tornare a splendere il sole: nella conferenza stampa che ha visto iniziare il suo percorso da direttore sportivo in riva allo Stretto (nella foto di Lillo D’Ascola l’esordio al Granillo, in occasione della gara con la Juve Stabia) Taibi ha voluto fare ancora una volta chiarezza su quel “maledetto” spareggio col Verona, usando al contempo parole di sincero affetto verso gli Ultras amaranto.
“Se il sottoscritto viene infamato da qualcuno per qualcosa di assurdo che non è mai esistito nel mio modo di essere, non ho molte armi per giustificarmi. Quando sono andato via, qualcuno ha voluto mettere zizzania su cose che non esistono, ed io non ho molte armi per difendermi. L’unica cosa che posso dire, è che ci ho messo la faccia e ce la metto: sono voluto tornare a Reggio, sono una persona perbene e seria. Capisco che ci può essere qualcuno condizionato da qualche voce maligna ed infamante, farò del mio meglio per ridimostrare alla Curva che Massimo Taibi è quello che ha lasciato, quando sono uscito dal campo con i cori e gli applausi. Per qualcuno ci vorrà tempo, capisco che è stato condizionato. Finora al mio ritorno a Reggio ho ricevuto tanti attestati di stima. Sono sereno, se avessi avuto questi problemi non sarei tornato a Reggio”…
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