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A tu per tu con… Salvatore Aronica

A tu per tu con… Salvatore Aronica
Reggina
04/05/2018 00:00 | A cura di Redazione ReggioNelPallone.it
Dal Derby dello Stretto alla Champions League, la grande carriera del protagonista dell'A tu per tu di oggi, Salvatore Aronica.

Palermitano di nascita, reggino d’adozione. Salvatore “Totò” Aronica è sicuramente uno dei grandi nomi della storia della Reggina. Dopo il ritorno in amaranto nel 2015 con la salvezza di fine stagione, Aronica ha appeso gli scarpini al chiodo ed ha intrapreso la carriera da allenatore. L’ex difensore siciliano si racconta ai nostri microfoni, ripercorrendo le tappe più salienti della sua carriera.

Due fasi importanti per lei in maglia amaranto: senza contare la prima esperienza alla Reggina nel ’98, i passaggi cruciali sono stati dal 2006 al 2008, con la grande impresa della salvezza e poi il ritorno nel 2015 con la Reggina in Lega Pro. Quali, nelle due fasi, i momenti più emozionanti?

“Sono arrivato a Reggio dalla Juventus nel ’98, ma ho collezionato solamente due presenze in Coppa Italia. Certamente quelle sono state due fasi importanti della mia carriera. Nella prima non potrò mai dimenticare la salvezza ottenuta contro il Milan al Granillo e la grande festa in tutta la città. Per quanto riguarda la seconda fase, ricordo con piacere il derby play out vinto contro il Messina e la conseguente salvezza in Lega Pro. Quella è stata anche la mia ultima stagione da calciatore e per me è stato un onore concludere la mia carriera indossando la maglia amaranto.”

Una delle persone più importanti nella sua carriera è sicuramente stata Walter Mazzarri. Ha condiviso con lui le esperienze alla Reggina ed al Napoli. Com’è il suo rapporto con il mister toscano?

“Beh il mister ha chiaramente segnato le tappe più importanti della mia carriera. A Reggio sono state due stagioni importantissime, la prima per la grande impresa della salvezza e la seconda perchè ha dato continuità a quel lavoro e ha permesso di valorizzare tutti i calciatori di quella Reggina. Anche a Napoli ha avuto un ruolo decisivo: io ero già in maglia azzurra quando mister Mazzarri è subentrato a Donadoni e da lì è iniziato il mio percorso di crescita anche in una grande squadra che lottava per le posizioni di alta classifica.”

Nella sua carriera da difensore ha avuto modo di affrontare tanti campioni, qual è stato l’attaccante più difficile da marcare?

“Ho avuto la fortuna di giocare in Europa League e Champions e di lottare per le zone alte del campionato di Serie A. Tra tutti, l’attaccante che mi ha dato più filo da torcere è sicuramente Zlatan Ibrahimovic. L’ho incontrato tante volte durante le sue esperienze nel campionato italiano, i giocatori con le sue doti e la sua personalità bisogna affrontarli con coraggio e malizia. Il più delle volte provavo a farlo innervosire puntando tutto sulla mia grinta e spesso ci riuscivo. Ho affrontato anche Drogba, attaccante con fisicità e rapidità fuori dal comune. Inoltre ho avuto modo di incrociare Lionel Messi, senza dubbio il giocatore più forte del mondo.”

Ha condiviso lo spogliatoio con tanti giovani campioni che sono esplosi negli ultimi anni. Penso ad Insigne, Dybala o Belotti. Che atteggiamento aveva nei loro confronti in allenamento?

“Ai tempi in cui giocavo insieme a questi campioni erano ancora dei ragazzini alle prime apparizioni in squadre di Serie A, ma si vedeva che avevano talento e le possibilità di diventare giocatori di prima classe. Immaginavo una loro esplosione a breve e così è stato. Mi ha impressionato la loro straordinaria crescita fisica. Posso dire che ho dato una mano anch’io, non facendogli mancare una buona dose di aggressività ad ogni allenamento.”

Qual è stato il giocatore con cui si è trovato meglio in carriera? E quello più forte con cui ha giocato?

“In maglia amaranto ho legato con tutti, eravamo un grande gruppo. Se devo fare un nome faccio quello di Nick Amoruso, grande attaccante e grande persona. Nel corso della mia carriera, sicuramente, il miglior compagno di squadra è stato Paolo Cannavaro: compagno di reparto per cinque anni al Napoli, insieme abbiamo condiviso gioe e dolori. Anche le nostre famiglie sono tutt’ora molto legate. Per quanto riguarda il giocatore più forte con cui ho giocato, mi vengono in mente i miei primi anni alla Juve con campioni del calibro di Del Piero, Zidane, Davids. Tra quelli con cui ho giocato di più invece, sicuramente non posso che menzionare El Pocho Lavezzi ed Edison Cavani.”

Dal Derby dello Stretto ai grandi palcoscenici della Champions League: emozioni grandi, seppur differenti…

“Si provano emozioni differenti. Giocare in piccole realtà come Reggio o Messina per poi ritrovarsi catapultato in una piazza come Napoli, che vive di calcio e aspira a grandi obiettivi, è sicuramente un grande balzo. Ho giocato all’Allianz Arena, all’Etihad di Manchester ed allo Stamford Bridge, ma ho affrontato questi stadi con la stessa grinta e determinazione che ho sempre messo in campo. Con il Napoli abbiamo passato quel girone di ferro ed abbiamo lottato con il Chelsea agli ottavi, sicuramente un’importante cavalcata europea.”

Giovanni Iracà

 

 

 

 

 

 

Redazione ReggioNelPallone.it
Testata giornalistica online Aut. Trib. di Reggio Calabria n. 11/2010 Il calcio e lo Sport nella Provincia di Reggio Calabria.

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