Un tecnico che ha scritto pagine importanti della storia recente della Reggina, e che tra alterne fortune, si è fatto apprezzare in amaranto tanto per le doti umane quanto per quelle sportive. Stiamo parlando di Gianluca Atzori, sedutosi sulla panchina della Reggina in tre diverse circostanze (due di queste nello sfortunato anno del Centenario), la prima della quali rappresenta l’ultimo tentativo amaranto di ritornare nel calcio che conta, un sogno spezzato in una notte novarese di giugno dal bolide di Rigoni quasi a tempo scaduto.
Mister Atzori è intervenuto ai microfoni di RNP, parlando di Reggina e dell’attuale società : “Vedendo la classifica di Serie C più o meno un mese fa, ho visto la Reggina nelle ultime posizioni e temevo il peggio; per fortuna si è ripresa e ha centrato la salvezza, sono contento che ce l’abbia fatta. So che inizialmente si parlava di una buona squadra, con tanti giovani promettenti e i risultati davano ragione; non so poi cosa sia accaduto, ma di sicuro gli arrivi di calciatori di esperienza a gennaio hanno fornito un contributo importante. Per affrontare questi campionati nel modo giusto, non puoi affidarti solo ai giovani, per quanto bravi; i calciatori di categoria sono fondamentali. Conosco bene Mezavilla, è un calciatore importante, l’ho allenato ai tempi del Catania in Serie A. Praticamente conosco poco il resto della squadra, in Serie C è difficile addentrarsi e conoscere a fondo i singoli, a meno che non si tratti di squadre quali Lecce, Catania e Trapani, che hanno fatto un campionato a parte e hanno nomi noti in squadra. Peccato che anche quest’anno ci siano state le ennesime penalizzazioni, ad esempio una società come il Matera è stata colpita duramente; ad ogni campionato, ci si ritrova con le classifiche che vengono riscritte a tavolino. Tornando alla Reggina, credo che il presidente Praticò stia facendo molto bene, spero riesca quest’anno a mantenere un’ossatura di base di almeno sette-otto calciatori, così da non dover ricostruire e partire nuovamente da zero; è fondamentale per poter iniziare a parlare di un progetto futuro avere una base dalla quale partire, occorre capire quali calciatori possano essere utili e funzionali per l’obiettivo che ci si andrà a prefiggere per la prossima stagione. Programmare è la cosa più giusta da fare, ma non serve spendere molto per farlo, so che la Reggina non può permettersi grosse uscite; ho fiducia in Praticò, saprà fare il bene della Reggina.”
Tra presente e futuro, con mister Atzori si è parlato anche della sua breve e sfortunata esperienza in panchina a Vercelli: “Più che un’esperienza, a Vercelli è stato un flash per me: sono rimasto un mese, guidando la squadra solo per tre partite, dato che in mezzo c’era la pausa invernale. Purtroppo mi sono ritrovato nel mezzo di una situazione particolare, in quanto la squadra era rimasta molto legata a mister Grassadonia, nello spogliatoio si era ramificato questo rapporto tra calciatori e tecnico, quindi chiunque fosse arrivato avrebbe trovato la stessa situazione che ho trovato io. Ero andato a Vercelli con entusiasmo, anche se la classifica era deficitaria, ma ero fiducioso, pensavo di poter fare qualcosa; purtroppo quando ti ritrovi la squadra che non ascolta neppure una parola di ciò che dici, legata com’era al precedente allenatore, diventa impossibile ottenere qualcosa. La scelta più logica da parte della società , dopo tre partite, è stata quella di mandare via me e richiamare Grassadonia; capisco questa decisione, era la più sensata per tutti. Purtroppo mi sono ritrovato nel mezzo di un qualcosa del quale non avevo colpe e sono stato l’unico a pagare: allenando a Vercelli mi sono precluso ogni altra possibile panchina per questa stagione, altrove avrei potuto trovare posto e rilanciarmi. Non sempre subentrando le cose vanno così: la mia precedente esperienza a Pistoia, ad esempio, mi ha visto arrivare con la squadra in fondo alla classifica e uno spogliatoio psicologicamente devastato; avevano bisogno di un cambiamento, sono riuscito a far capire ai calciatori che dovevano semplicemente credere di più nelle loro capacità e ci siamo salvati con qualche settimana di anticipo. Spero di poter cominciare la prossima esperienza fin da luglio, se parti dall’inizio con una squadra puoi creare un legame importante da portare avanti per tutta la stagione; subentrando in corsa sono tante le insidie e le incognite, è tutto più difficile. Al momento sto girando un po’ per i campi, cercando contatti e incontrando dirigenti e calciatori; cerco di capire la solidità e la serietà delle società , è importante sapere di avere a che fare con qualcuno che ti sostiene e porta avanti il progetto iniziale, senza pensare di esonerarti se appena due partite girano male. Purtroppo questo è il modo di fare in Italia, si punta subito al risultato e se non arriva nell’immediato, a pagare è l’allenatore; esistono però realtà che credono nel lavoro a lungo termine dei tecnici, spero di potermi ritrovare da luglio in una società del genere.”
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