Reggio era nel destino. Dopo la fumata “nera” di dicembre, Giovanni La Camera approda in riva allo Stretto, seppur con due mesi di ritardo rispetto a quando era stato cercato dal duo Maurizi-Basile. Passione, entusiasmo e tanta voglia di mettere a disposizione la propria esperienza: all’insegna di tale mix, che si spera possa rivelarsi vincente, il centrocampista ex Partizan Tirana si è presentato a stampa e tifosi amaranto.
CON LA VALIGIA IN MANO…Rispetto alla mia carriera, al Sud ho militato poco, giocando solo a Castellammare ed a Benevento. Il girone C però lo conosco bene, ritengo che sia quello con più passione. Ho girato tutta Italia per inseguire il mio sogno, partendo da Messina. Negli ultimi anni ho fatto sempre il play davanti alla difesa, ma all’occorrenza anche mezzala. Il mister mi conosce molto bene, l’anno scorso eravamo insieme alla Lupa anche se è stato un periodo breve. Io sono a disposizione totale, dei ragazzi, della società e dell’allenatore. In questo momento la cosa più importante è la salvezza della Reggina.
DUE MESI DOPO-Il primo contatto risale a poco dopo che avevo rescisso col Partizan, ma in quel momento c’è stato un problema con mia moglie e non me la sono sentita di allontanarmi. Se decidi di andare in una società importante, devi dare tutto te stesso, per rispetto dei tifosi, della società e dell’ambiente. Ripeto, in quel momento non me la sentivo, poi le cose si sono sistemate e ho pensato a chi in quel momento aveva avuto su di me un pensiero forte, anche perché col mister c’è un legame che va oltre il calcio.
PRONTO PER GIOCARE-Non ho mai smesso di allenarmi, questa è la mia vita ed un professionista deve essere tale soprattutto fuori dal campo. Quando sono tornato dall’Albania mi sono allenato con una squadra di Eccellenza, quando loro non si allenavano io mi allenavo con uno staff di preparatori che avevo conosciuto a Pavia. Non ho partecipato soltanto alle partitelle, ma a livello fisico sto bene, anche se mi manca quell’intensità della partita.
L’ESPERIENZA IN ALBANIA-La possibilità di andare al Partizan me l’aveva prospettata Mark Iuliano, persona che conosco molto bene. Nella mia carriera mi mancava la serie A, volevo mettere la ciliegina e fare questa esperienza. Lì è un calcio fisico e tecnico, anche se non badano molto al discorso tattico. Tirana è una bella città , l’esperienza per me è stata positiva anche se si sono verificati alcuni problemi, vedi il cambio improvviso di una dirigenza che prima era composta da elementi italiani. Io comunque ho sempre giocato, sia quando l’allenatore era Iuliano, sia quando è tornato l’allenatore dell’anno precedente. Sono andato via perché non mi sentivo più parte del progetto, come ho detto prima devo sentirmi nelle condizioni di dare il massimo. Non mi piace stare nel limbo, non guardo l’aspetto economico.
PASSIONE E LAVORO-Se non ho giocato in serie A anche in Italia probabilmente ho delle colpe anche io, si vede che ho fatto scelte sbagliate. Di sicuro, posso dire di aver dato sempre tutto in ogni società per la quale ho giocato. Contratto di pochi mesi con la Reggina? Non ho guardato né aspetto economico né durata, ho solo pensato a venire qui e mettermi a disposizione. Quando hai una seconda opportunità , la devi cogliere al volo. Voglio vivere al massimo questa esperienza, spero che i tifosi mi possano apprezzare anche come persona. La Reggina è una delle società più importanti che ci siano, sia nel panorama di serie C che nel panorama italiano. Il calcio è una passione oltre che un lavoro, e per me dove ti porta ti porta: devi portare rispetto a chi ti da lavoro ed ai tifosi delle città in cui vai, e non sono d’accordo con chi segna un gol da ex e non esulta.
GIOVANI DI TALENTO-Il calcio in questi anni è cambiato tanto. In questi anni ho giocato con tanti giovani promettenti, ed ho cercato sempre di dargli i consigli giusti anche per vivere al meglio le situazioni negative. Qui alla Reggina ho visto tantissimi ragazzi importanti, che possono dare tanto in prospettiva ed avranno un futuro. Come dicevo prima, spero di potergli dare una mano.
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