Non solo mercato. Il Basile-pensiero ha abbracciato tantissimi altri argomenti. Tra recente passato, immediato futuro ed un presente tutto da scrivere e da raccontare…
LA FORTUNA DI GIOCARE PER LA REGGINA…Io ho fatto una carriera di medio-basso livello. Quando ho cominciato a giocare, a 18 anni, ero entusiasta di far parte di un gruppo di ragazzi della prima squadra. Oggi ci sono dei ragazzi che dovrebbero quasi pagare loro per giocare nella Reggina, siamo una piazza importante e questi problemi non devono esistere per nessun motivo al mondo, anche perchè sono trattati alla grande dalla società e da tutti quanti. Se qualcuno non gioca ed ha un pò il muso è una cosa lecita, ma devono sentirsi tutti fortunati di indossare questa maglia. Tutti hanno avuto la loro opportunità , poi c’è chi è riuscito a coglierla al meglio, vedi Simone Auriletto. Conta quello che si vede sul rettangolo verde, il resto conta zero.
PERCORSO ENTUSIASMANTE-Il diktat della società era quello di puntare sui giovani, la categoria lo impone. Noi vogliamo rispettare tutte le scadenze, vogliamo pagare, vogliamo ergerci a società seria quale siamo, e quindi abbiamo bisogno di crescere insieme ai ragazzi. Avremo modo di fare le valutazioni per il futuro, fermo restando che non abbiamo raggiunto il principale obiettivo, che è quello della salvezza. Dopo il Catania cosa è cambiato? Chi era scontento è andato via, siete persone intelligenti, fatevi delle domande e datevi le risposte. Qui c’è una proprietà forte, solida, composta da persone serie, in primis il nostro Presidente: in una società di calcio, in una azienda, comanda la proprietà , chi pensa di essere più importante rispetto alla proprietà , quella è la porta…Le operazioni che abbiamo fatto lo dimostrano, poi io non mi metto qui a raccontarvi le cose che ci diciamo con i ragazzi. I mancati saluti di qualcuno? Ognuno è libero di scrivere quello che ritiene opportuno, siamo nel 2018 e dei social si fa un uso quasi ossessivo: queste cose non mi interessano, io penso a proiettarmi verso il futuro. Siamo qua, siamo vivi, abbiamo 25 punti ed il nostro percorso secondo me è bello ed entusiasmante. Nelle difficoltà si cresce e si migliora.
MAURIZI PUNTO FERMO-Il mister? Crediamo fortemente in lui, la società crede fortemente in lui e gli ha rinnovato un contratto. Se tre-quattro ragazzi erano scontenti e pensavano chissà che cosa, hanno sbagliato. A parecchi puzza ancora la bocca di latte, non possiamo stare qui a parlare del nulla. La società ha dimostrato lo spessore di affrontare determinati tipi di situazione, abbiamo deciso in maniera serena, e facendo le valutazioni del caso, di mandare via chi era scontento. Il calciatore è un soggetto particolare, a parte che non ha mai lavorato, non si è mai alzato alle sei-sette di mattina, così come fa gente per mandare avanti le famiglie e guadagnare mille euro al mese. Ragazzi scontenti? Li farei andare in fabbrica alle sette di mattina, e poi vediamo se sono scontenti. I giovani devono capire che bisogna fare i sacrifici. Ci sono passato anche io, quando le cose vanno male i calciatori devono trovare un capro espiatorio, un colpevole. Questo non mi sta bene, le responsabilità se le devono prendere tutti, dal Presidente all’ultimo dei magazzinieri. In campo ci vanno i calciatori, se qualcuno non marca o sbaglia l’atteggiamento su palla da fermo, l’allenatore non può farci nulla.
UNA PARTITA ALLA VOLTA-Per Maurizi parlano i numeri, il resto sono soltanto opinioni. Questa Reggina ha fatto delle prestazioni importanti, non vedo quale possa essere il problema. Questa Reggina si esprime, ha fatto partite importanti e meno belle, come penso possa accadere a tutte le squadre. Il mercato ci ha distratto in maniera giusta, col mercato aperto abbiamo fatto quattro punti contro Paganese e Matera. Tutti siamo consapevoli di quanto siano importanti e molto insidiose queste due partite al Granillo, ma guardiamo una partita alla volta, sennò rischiamo di fare confusione. Il Fondi, che ha cambiato allenatore, ha valori importanti ed ottima organizzazione: sarà partita da prendere con le molle, cercando di fare bene.
CI VUOLE TEMPO…Progetti futuri? Noi in questo momento, così come tante squadre del sud, esprimiamo il valore di un territorio che si trova in difficoltà economica. La famiglia Praticò, la proprietà , non può puntare ad un campionato di vertice come ha fatto il Lecce o anche il Catania, questo l’ho detto più volte. Qua ci vorrebbe l’espressione di tutto un insieme di fattori, vedi imprenditoria locale, per ragionare in un altro modo. Purtroppo bisogna essere realistici e mantenere i piedi per terra, ma sono dell’idea che un posto con questa storia è destinato a ritornare ai fasti del passato.
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