Capitano, fantasista, allenatore. Ciccio Cozza e la Reggina, una storia di quelle intense, interamente colorate d’amaranto. Il tecnico di Cariati è il doppio ex dell’imminente sfida la compagine dello Stretto e la Sicula Leonzio, avendo portato lo scorso anno i bianconeri nel calcio professionistico, grazie ad una strepitosa rimonta registratasi dal momento del suo avvento in panchina.
Cozza ha parlato del delicatissimo match di domenica sera, affrontando anche la tematica inerente il calo di presenze al Granillo. Di seguito, le dichiarazioni del tecnico di Cariati, ai microfoni del collega Cristofaro Zuccalà .
SICULA FAVORITA-Da come la vedo io, è una sfida difficile. Per entrambe le squadre. Anzitutto perchè provengono da risultati non buoni. Tra Reggina e Leonzio, posso anche sbagliarmi, non c’è paragone: gli ospiti sono molto superiori. Conosco bene Aimo Diana, approdò a Reggio con De Canio in panchina, al mercato di riparazione e ci salvammo allo spareggio contro l’Atalanta in A nel 2002. Era un esterno nel 3-4-3 oppure il quinto a centrocampo.
GIOVANI CROCE E DELIZIA-La Reggina è simile a quella dell’anno scorso, che dopo una buona partenza si è fermata perchè evidentemente composta da troppi giovani,i quali, alla distanza, creano difficoltà . Il tutto nonostante l’impiego di calciatori come De Francesco, forse destinato a grandi platee, Porcino, che ha fatto bene e ora è frenato da qualche acciacco, e come lo stesso Bianchimano.
GRANILLO DESERTO-Poca gente in casa? Allo stadio si va se c’è un piano ben individuato, fornendo indicazioni chiare sugli obiettivi. Il tifoso punta a primeggiare e ad esaltarsi a qualsiasi latitudine. Vedi il Catania di quest’anno seguito da almeno quindicimila spettatori a partita; lo stesso Lecce. Si tratta di piazze che programmano e il tifoso risponde alla chiamata. Se il gioco non vale la candela, pur animati da passione per i colori sociali, si preferisce restarsene a casa.
*fonte: Gazzella del Sud del 8-12-2017
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