Tempo di riflessione. Dopo il ko del turno infrasettimanale contro il Siracusa, la Reggina di Agenore Maurizi si trova a dover effettuare il turno di riposo imposto dal calendario. Non mancherà l’impegno settimanale per gli amaranto – di scena a Matera martedì prossimo nel Secondo Turno di Coppa Italia – ma la sosta, giunta alla metà del girone di andata, permette di operare le prime, reali, considerazioni sulle prospettive stagionali del club dello Stretto. Andando, magari, ad analizzare pregi e difetti di De Francesco e compagni.
PRO
Fra le note liete di queste prime tredici partite va sicuramente menzionata la qualità del gioco amaranto. Al netto delle ultime due gare e del passo falso di Trapani, l’idea di gioco del tecnico di Colleferro è stata ben messa in pratica dalla squadra, che a tratti ha saputo addirittura divertire. Dando, in determinate occasioni, anche prova di saper soffrire – vedi i match contro Catania e Matera – pur di portare a casa il risultato. Una Reggina, dunque, pratica e pragmatica, occasionalmente bella da vedere.
Altro fattore positivo è la compattezza del giovane gruppo che, in più circostanze, ha dimostrato con fatti e con parole di remare dalla stessa parte. Merito, certamente, del lavoro di tutto lo staff tecnico, con in primis Maurizi e Basile. Arrivati nel più totale scetticismo ma capaci di far ampiamente ricredere la critica in questi primi tre mesi di lavoro. Ulteriore nota di merito per il coordinatore dell’area tecnica è l’aver portato a Reggio Calabria Tommaso Cucchietti, autentico protagonista fin qui.
Ultimo, ma non per importanza, è il rispettabilissimo ruolino di marcia esterno di questa squadra. Che, senz’altro, basa le proprie fortune sulle gare disputate al Granillo (3 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte). Ma, al contrario di quanto accadeva nella passata stagione, riesce a macinare punti – sette fin qui – anche lontano dalle mura amiche.
CONTRO
Non è tutto oro, tuttavia, ciò che luccica. Nonostante tanti siano i complimenti meritati dalla Reggina fino ad ora, ci sono anche delle piccole criticità . Sia chiaro, nulla di eccezionalmente grave per una squadra costruita con il chiaro obiettivo di salvarsi e che, pur dovendo riposare nel prossimo turno, si trova in zona playoff. Innanzitutto, l’evidente problema nel gestire il doppio impegno: quando gli amaranto si sono trovati a dover fronteggiare l’impegno infrasettimanale i risultati sono stati decisamente scadenti, con due punti conquistati in quattro gare (Virtus Francavilla e Cosenza, Casertana e Siracusa).
Fortunatamente, però, resta solamente un turno infrasettimanale datato mercoledì 21 marzo, quando al “Granillo” arriveranno proprio i falchetti. La causa, scendendo in profondità , più che tattica o tecnica, appare prettamente fisica. Sintomo che, probabilmente, la condizione atletica – emblematici sono i tanti infortuni fin qui – non rappresenti punto di forza di questa Reggina, al contrario magari di un tasso tecnico – vedi De Francesco, Di Livio, Tulissi e lo stesso Bianchimano- più che apprezzabile.
Ciò che, comunque, non ha permesso il salto di qualità nei momenti clou – vedi appunto le gare con Cosenza, Siracusa e Casertana- è probabilmente un atteggiamento non proprio convincente, figlio certamente della giovanissima età media dei ragazzi di Maurizi, in alcune occasioni. Sia martedì che sabato, per citare l’esempio più recente, contro campani ed aretusei è sembrato di vedere una squadra poco convinta dei propri mezzi, capace di offrire una lieve reazione solamente dopo il doppio svantaggio.
CONCLUSIONI
Difficile, dunque, ipotizzare dove potrà arrivare la banda Maurizi. Cosi come sembra, infatti, improbabile che gli amaranto possano essere coinvolti nella corsa salvezza – attualmente ci sono sette lunghezze fra gli amaranto e la Paganese quartultima – risulta evidente che la qualità di squadre come Trapani, Catania e Lecce sia di gran lunga superiore a quella della Reggina. Il bilancio, pertanto, resta assolutamente positivo, ma guai, pur condividendo le parole del tecnico di qualche giorno fa – “sognare non costa nulla” – a lasciarsi andare a voli pindarici.
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