Trenta punti, con un saldo di +15 rispetto al girone di ritorno. Un ribaltone da record per la Reggina che, nella seconda parte del campionato, ha decisamente cambiato passo, arrivando a mantenere la Lega Pro con una giornata di anticipo rispetto alla fine della regular season.
Impossibile, inoltre, ridurre ad una sola causa il differente rendimento del collettivo affidato in estate a mister Zeman. Tanti i motivi che hanno trasformato una squadra fragile ed insicura in quella che, contando solo i punti conquistati da Reggina-Fondi in poi, sarebbe la quarta forza del campionato.
In primis, sicuramente, c’è il tanto chiacchierato cambio di modulo. Il passaggio al 3-5-2 ha portato maggiore equilibrio tattico ad una fase difensiva spesso troppo lacunosa. Con il nuovo schieramento, peraltro storicamente fortunato nella Reggio calcistica visti i precedenti con Mazzarri e Atzori, tanto per citarne due, anche i singoli hanno trovato beneficio in campo.
Da Gianola a Kosnic, passando per Cane e Bianchimano: tanti i giocatori che nel nuovo disegno tattico zemaniano hanno ottimizzato il proprio rendimento. Da sottolineare, inoltre, la facilità della Reggina di andare in rete: Maesano, autore del gol del 3-3 contro la Paganese, è stato il quindicesimo marcatore stagionale della compagine dello Stretto. Una vera e propria cooperativa del goal.
La crescita, comunque, del collettivo è sicuramente passata attraverso la vistosa maturazione di alcuni elementi: emblematico, in tal senso, è proprio Andrea Bianchimano, il cui contributo è stato fondamentale nel raggiungimento della salvezza. Un miglioramento sia tattico che mentale e certamente anche atletico: la preparazione tardiva, a causa del ripescaggio arrivato ad inizio agosto, ha influito sicuramente nella travagliata prima parte della stagione amaranto.
Tante, come detto, i motivi che hanno letteralmente “spinto” la Reggina nelle 19 partite del girone di ritorno: l’obiettivo, per la prossima stagione, è quello di far bene dalla prima giornata di campionato…
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