Come 11 anni fa, il 30 aprile suggella ancora una volta la salvezza della Reggina. Allora fu lo storico 3-0 nel derby con il Messina a far impazzire il Granillo e regalare un altro anno in Serie A, oggi l’1-1 dello stadio degli Ulivi di Andria fa godere il centinaio di ultras presenti sugli spalti dello stadio pugliese e le migliaia di appassionati amaranto in Italia e nel Mondo: la squadra dello Stretto ha raggiunto il suo obiettivo stagionale. Conservato il professionismo, riconquistato con enormi sacrifici da parte della società dopo l’infernale anno in Serie D, la Reggina può adesso festeggiare e programmare il futuro.
Salva, dunque, la Reggina, addirittura con un turno di anticipo. Un traguardo solo apparentemente minimo, che invece considerate le contingenze ha un valore enorme ed un significato altissimo. Il ripescaggio e l’allestimento della rosa a ridosso dell’inizio del campionato, la condizione atletica in alcuni mesi più che approssimativa, le critiche (tante e spesso legittime), ma il gruppo non si è mai davvero disunito. Oggi, ad Andria, in una gara vuota ma dal finale al cardiopalma, la degna conclusione di un percorso irto di insidie, condotto in salita, ma va reso merito a club, tecnico e squadra di essersi resi protagonisti di un finale di stagione di grande livello, con una media punti da zona alta zona playoff. Taglia il traguardo a braccia alzate Karel Zeman, insieme alla sua squadra, sotto il settore ospiti. La Reggina ce l’ha fatta. Le polemiche fanno parte del passato, il risultato è storia. Ora far tesoro di ciò che ha funzionato e ancor più di ciò che lo ha fatto meno, Reggio Calabria può ambire a traguardi più ambiziosi attraverso supporto e umiltà di tutte le parti in causa.
La gara che regala la salvezza non dice molto nei 90′ di gioco, esplode a tempo scaduto. De Vito mette in ginocchio gli amaranto con una scivolata scriteriata in piena area, Berardino dal dischetto non sbaglia. Sembra finita, non lo è perché sul ribaltamento di fronte la difesa andriese pasticcia, Bianchimano si fionda sul pallone vagante e viene steso a sua volta: l’arbitro indica il dischetto, Kosnic spara in rete il pallone che decide la stagione.
La squadra di Zeman aveva fatto intuire fin dal primo minuto che la volontà di portare a casa il pareggio fosse ben più impellente rispetto alle ambizioni di vittoria, sono i padroni di casa – specie nel primo tempo – a spingere sull’acceleratore e assumersi qualche rischio a caccia del risultato pieno. Gli amaranto non soffrono particolarmente, ma sono incapaci di alleggerire la pressione: Bianchimano viene regolarmente sovrastato nel gioco aereo, la Reggina resta troppo bassa, fa scudo e densità centrale ma viene schiacciata sulle corsie esterne. Impressionano Curcio e Tartaglia, che mettono in grave difficoltà Cane e Maesano (schierato a sorpresa, Porcino si arrende ad un guaio fisico nel riscaldamento), in più occasioni è Sala a mettere i guantoni e salvare il punteggio di parità . Dove non ci arriva lui, è il palo a sostenere la squadra dello Stretto: accade al 29′ sul colpo di testa del solito, imprendibile Curcio.
Sussulti all’interno di una gara poverissima di ritmo e di mordente, la ripresa si assesta sui binari dell’equilibrio. Prova a farla deragliare ancora Curcio con una punizione, trovando pronto Sala, sul versante opposto è De Francesco ad arrivare in minimo ritardo su un prelibato assist di Cane. Tutto questo prima dei fuochi d’artificio finali: botta e risposta di rigore, come detto, a Berardino risponde Kosnic. E’ fatta. La festa è sotto il settore ospiti, con la Paganese – domenica al Granillo – sarà passerella.
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