Era ancora settembre, appena la seconda giornata di campionato e al Granillo era già tempo di derby. Gli amaranto superavano per l’ennesima volta, la terza consecutiva, i giallorossi al termine di una gara dominata in lungo e in largo. In sala stampa, al termine dell’incontro, per il Messina arrivò Andrea De Vito, difensore nato a Pavia ma di originario della provincia di Catanzaro. Un rapido commento alla gara, “Condizionata dagli episodi – le sue parole – mancando l’espulsione di Coralli ed essendo stati penalizzati da un rigore che non c’era“, per poi spostare lo sguardo oltre alla gara di ritorno.
Non esattamente parole accomodanti quelle scelte, e che fecero già discutere a suo tempo tornando di attualità adesso, alla luce di quanto accaduto.
Se in merito alle fiamme al pullman amaranto indagano le forze dell’ordine e andranno accertate eventuali responsabilità , ciò che resta sul tavolo è la denuncia della Reggina circa un’aggressione a Sala, e non solo, suffragata a questo punto dalle paradossali, vergognose dichiarazioni di Pozzebon alla radio ufficiale del Messina, “li abbiamo menati nel sottopassaggio e poi in campo” (GUARDA QUI IL VIDEO).
“C’è il derby di ritorno – disse De Vito – e riserveremo alla Reggina la stessa accoglienza che ci hanno riservato loro oggi“. Era lecito augurarsi fosse solo uno scivolone lessicale con un maldestro riferimento al fervore agonistico da mettere durante l’incontro. Alla luce di quanto ascoltato da Pozzebon, è altrettanto lecito domandarsi se le parole di De Vito siano state solo il frutto di una semplice tensione post-derby. Ma questo non è calcio.
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