Differenze sostanziali di valori in campo. E’ questo ciò che emerge quando il girone C di Lega Pro si consegna alla lunga pausa invernale con una corsa salvezza quantomai incerta.
Nell’ultimo turno, tra le formazioni che hanno come obiettivo il mantenimento della categoria, una sola squadra ha conquistato i tre punti, il Messina appunto impegnato in uno scontro diretto con un’altra pericolante qual è la Reggina. Le altre, collezionano sconfitte (Vibonese e Melfi arrivate addirittura alla quinta consecutiva) e qualche raro pareggio.
L’impressione, che sta divenendo certezza suffragata dai fatti tradotti in risultati, è che ci siano enormi differenze tra le formazioni della parte alta e quelle della parte bassa della classifica; talmente marcate da poter esser considerate come una C1 e una C2 – per rifarsi alla vecchia nomenclatura calcistica – all’interno dello stesso girone.
Le grandi del torneo, non sbagliano praticamente mai. Foggia, Lecce, Matera, Juve Stabia sono implacabili, sentenziando con rarissime eccezioni le malcapitate avversarie. Cosenza, Francavilla e Catania lasciano le briciole. Conseguenza? In fondo alla classifica si procede a rallentatore. Quota punti bassissima, basti pensare che l’Akragas, prima formazione attualmente salva, ha ottenuto meno di un punto a partita, appena 20 in 21 incontri. E così, anche un rendimento imbarazzante come quello della Reggina, permette di rimanere aggrappati alla corsa per la sopravvivenza.
La lunga sosta che avrà termine il 21 gennaio rimescolerà le carte. Il mercato accentuerà , o ridurrà il gap esistente. La Reggina, fattasi trovare impreparata in campo negli ultimi mesi, non potrà fallire l’appuntamento con la campagna di rafforzamento.
Commenti