Una vita alla Reggina, un pezzo importante di storia amaranto. Franco Iacopino, dopo alcuni anni a Modena susseguenti alla sua lunghissima esperienza in riva allo Stretto, ha deciso di chiudere.
Ospite dieci giorni fa di “Reggina in rete”, l’ex DG amaranto è intervenuto telefonicamente nella puntata odierna di Tutti Figli di Pianca su Radio Touring. Ecco le sue parole:
“Sinceramente sono preoccupato anch’io del momento. Ho visto una sola partita, quella con l’Andria, con un primo tempo scandaloso e una ripresa migliore. E’ un po’ il film della stagione con una prima parte di torneo ad ottimi livelli e una seconda decisamente peggiore. Il grande interrogativo è: qual è la vera Reggina?”
“Come venirne fuori? Bisogna chiudersi nello spogliatoio, ma a chiave, ed uscirne con il sorriso ma anche la rabbia dentro. E in quel modo il problema si risolve. Questa squadra gioca bene il secondo tempo, meno il primo, quindi non credo ci siano limiti atletici. Il pubblico deve aver pazienza qualche giorno e aspettare gennaio, mese in cui la società dovrà fare qualche sacrificio sul mercato nella speranza di arrivare ad una tranquilla salvezza a maggio”.
“E’ stato un anno di grandi difficoltà e sofferenza perché si è operato in modo affrettato. Ma da maggio, a salvezza acquisita, si può operare con più calma. Parliamoci chiaro: il rapporto reggino-Reggina è viscerale, morboso, forse non lo può spiegare nessuno se non il tifoso stesso. In genere il pubblico del Sud è passionale, l’ho riscontrato anche lavorando dieci anni a Modena. Ma a Reggio è ancora diverso, si nota la differenza pure tra le stesse squadre meridionali. Faccio l’esempio di quando acquistai Poppi dall’Atalanta, lui era convinto di scendere a Reggio Emilia e non in Calabria. Quando lo scoprì cambiò espressione, ma poi in amaranto restò tanti anni e nessuno lo toglieva più”.
“Un mio ritorno alla Reggina? Io non sono mai voluto andare via da Reggio, avrei voluto lasciare un’impronta, condurre in questo percorso professionale tanti ragazzi giovani che volevano percorrere la mia stessa strada. Non nascondo che questa dirigenza mi ha anche chiesto una mano nell’attuale società , ma per motivi personali e familiari ho deciso così ma era stata una scelta già presa da tempo”.
“I cinque personaggi più buoni nel mio periodo alla Reggina? Sono passati 59 allenatori, circa 1007 calciatori, una ventina di Direttori Sportivi e una cinquantina di collaboratori. Come farei a scegliere? Farei il torto a qualcuno”.Â
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