Cinque anni, i primi in carriera, a Foggia tra giovanili ed esordio in Serie A. Tre anni, ma intensi, alla Reggina quasi alla fine del suo percorso nel rettangolo verde. Rosario Sasso, indimenticato capitano amaranto della mitica compagine di Scala, è anche un ex dei rossoneri che sabato saranno di scena al Granillo.
L’ex calciatore è stato ospite telefonico di Tutti Figli di Pianca su Touring. Ecco le sue parole:
IL RITORNO A REGGIO – “Devo ancora recuperare dal fastidio al ginocchio patito nel giugno scorso. Un altro evento? Ritrovarsi è sempre bello, vedere tanta gente felice e che si commuove è fantastico. Noi verremo sempre volentieri, ben vengano quelle giornate in cui c’è da riabbracciare i nostri tifosi”.
IL PASSATO – “A Foggia devo tanto, è stata lì la mia formazione calcistica con la crescita nel settore giovanile e l’esordio in Serie A con Nevio Scala allenatore, Domenghini e tanti altri che sono diventati ex Reggina dopo come De Giovanni, Toschi. Tutta gente che dalla Reggina è passata, io ci sono arrivato dopo. Gli amaranto sono arrivati alla fine di un mio percorso importante, l’incontro coi tifosi reggini è stato un qualcosa di indescrivibile in cui ho vissuto tante emozioni. Quando passai alla Reggina un po’ di perplessità c’era per ciò che Reggio viveva oltre lo sport, ma poi mi sono sempre definito uno ‘del Sud’. Potevo anche andare via dopo un anno, ma gli eventi hanno fatto sì che rimanessi”.
NEVIO SCALA – “Scala? E’ una persona buona, equilibrata, razionale. Difficilmente andava fuori dai gangheri, aveva sempre una parola giusta per tutti. Questa è stata la sua forza e ciò che gli ha permesso i grandi risultati da tecnico. Io con lui non ho mai avuto problemi, lo chiamavo anche per nome in campo ma l’ho sempre rispettato”.
IL MOMENTO ATTUALE – “Nei momenti di difficoltà , un capitano cerca di tenere unito il gruppo facendo smorzare i toni e allentando tensioni e malumori. Il capitano deve stare sempre davanti a tutti preservando il prosieguo del campionato e tenendo tutti sulla corda senza esagerare. Adesso alla Reggina è così, anche se ancora il campionato è lungo. Ha usufruito di un vantaggio che allo stesso tempo è uno svantaggio: una squadra completamente nuova, costruita in ritardo ed in fretta ha stupito inizialmente tutti, ma alla lunga questo si potrebbe pagare. Secondo me, adesso, squadra, società , pubblico e stampa devono formare un blocco unico, un po’ come avvenne da noi. Gli amaranto devono tornare a credere in se stessi. Credo che, nei momenti positivi, è giusto godersi il periodo stando in silenzio. In quelli negativi invece bisogna uscire allo scoperto. E’ importante parlarne, mettersi a disposizione”.
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