Dentro e fuori dal campo, per un “ritratto” a trecentosessanta gradi. Karel Zeman si racconta ai microfoni della Gazzetta del Sud, attraverso l’intervista realizzata dal collega Cristofaro Zuccalà .
CORSA AD OSTACOLI…Mi aspettavo difficoltà , sapendo che quando ho portato in ritiro la squadra sarebbe stata rivoluzionata. In partenza, ero preoccupato. Ogni valutazione attuale parte da questo. Avvio ad handicap, per cui mi ritengo soddisfatto. Anche se mi aspettavo di più sul piano dell’organizzazione del gioco.
PAPA’ ZDENEK-Amo mio padre come un dio, ho scelto il calcio perché le emozioni che avevo quando seguivo mio padre, voglio riviverle sulla mia pelle. Da calciatore ricoprivo il ruolo di centrocampista. Ma a partire da sei anni praticavo anche la pallacanestro. Ero più portato fisicamente. Gli sforzi erano diversi: il calcio richiede recupero, il basket rapidità . Alla fine mi sono infortunato…
DODICESIMO UOMO IN CAMPO-Sapevo che il lavoro avrebbe dato frutti migliori se iniziato a luglio. Infatti non vedo l’ora che arrivi la pausa invernale per una preparazione atletica che porti tutti i giocatori sullo stesso livello. Credo che si debba volere sempre di più. Sono felice che il tifo si stia riavvicinando. E’ un elemento fondamentale. Se il Presidente Praticò non avesse avuto l’obiettivo di far riesplodere la passione non avrebbe speso tante energie e tanto danaro.
FUORI DALLA PANCHINA…Sono celibe, amo cantare sulle basi musicali. Chi mi ha sentito dice che ricordo Baglioni. Mi immergo in Internet. Le mie letture sono in prevalenza di sport. Scrivo poesie ed esterno i miei pensieri. Seguo la cronaca, in Tv “Chi l’ha visto?”. Ho gusti semplici. Pietanza preferita, cotoletta alla milanese.
LA TESSERA DEL TIFOSO-In Lega Pro militano ottime squadre d’alta classifica che non c’entrano nulla per il loro blasone. Il livello tecnico generale del campionato, comunque, non è altissimo e poi ci sono problemi a livello ambientale. La tessera del tifoso? Sono per la libertà come per le pene severe a chi sbaglia.
LEGATI AL RISULTATO…Il nostro movimento è condizionato dai risultati e lo vedo anche qui, per la paura di non farne. Io vorrei che dessimo sempre il massimo. In Inghilterra qualunque sia il risultato è sufficiente avere uno spettacolo decente per uscire con gli applausi.
SENZA PAURA-Il Matera? E’ una delle squadre con potenzialità superiori di cui facevo cenno. Noi dobbiamo continuare a lottare come abbiamo sempre fatto al Granillo. Un successo avrebbe riflessi enormi.
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