Nella sala Convegni della Confcommercio di Reggio Calabria, è andata in scena la presentazione del libro “Il Manuale tecnico del portiere di calcio – L’allievo e il maestro” del Prof. Alessandro Carta e di Gino De Luca. Ospiti dell’evento, Tonino Raffa (voce storica della trasmissione radiofonica Rai “Tutto il calcio minuto per minuto“) e l’ex portiere amaranto Bruno Jacoboni. Il compito di introdurre la serata è toccato al Dr. Lorenzo Federico, ex calciatore e attuale allenatore, che ha invitato alla parola il presidente della Reggina Mimmo Praticò ed il tecnico amaranto Karel Zeman, presenti tra il pubblico.
Come si può facilmente presupporre dal titolo del manuale, l’argomento della discussione è il ruolo dell’estremo difensore. Il primo a prendere la parola è Tonino Raffa: “E’ un’occasione per parlare di valori insiti nella vita di un calciatore e di un portiere, quali il fair play e il rispetto degli avversari. Un portiere ha diverse responsabilità , è un singolo pur facendo parte di un gruppo, per questo possiede un fascino particolare. Ognuno di loro ha una storia diversa, c’è chi lo diventa per scelta, chi invece per puro caso. Come ad esempio Angelo Peruzzi, che ad inizio carriera era regista ma si adattò al ruolo per esigenze di squadra“.
Dopo aver aver ascoltato dalla voce di Raffa alcuni aneddotti su Pelè, Zoff e Müller, è il turno del professor Carta, autore del libro. “Il portiere è l’unico uomo che può raccontare la sensazione del volo. Questa è una passione che nasce da bambini, è una personalità innata, si prova un’emozione diversa già nel momento in cui indossi i guantoni“. L’ex coordinatore dei portieri della Lazio illustra poi la figura del preparatore, utile nella spinta motivazionale dell’atleta e nell’esercitazione tecnica: “Ho sempre insegnato ai miei ragazzi il coraggio nelle uscite, non solo in presa alta, ma anche coi piedi o di testa fuori dall’area. Il portiere deve possedere un certo carattere, deve parlare molto per dirigere la difesa“. Carta chiude il suo intervento con un particolare ringraziamento alla città dello Stretto: “Reggio mi ha impressionato molto per la sua cultura e per la gentilezza della sua popolazione. Mi ricorderò di questo e delle lunghe passeggiate sul bellissimo lungomare“.
Il fascino di un calcio d’altri tempi, si respira appieno nelle parole dell’ex amaranto Bruno Jacoboni, il quale ricorda il momento del millesimo minuto di imbattibilità , quando vestiva i panni di portiere. “L’arbitro non capì bene quello che stava succedendo, tutto lo stadio era in piedi, poi fischiò l’interruzione del match. Ho visto il calcio sempre come un gioco, il mio ruolo però non era importante quanto adesso. Non c’erano i preparatori e dovevamo aspettare la fine dell’allenamento per farci bombardare dai tiri dei nostri compagni. Col gioco a zona la visione del portiere è stata modificata in una sorta di libero di difesa. Ad inizio carriera, ad Avezzano, giocavo in attacco, poi gli allenatori mi convinsero a cambiare mestiere. Qui ho dovuto allenare soprattutto l’esplosione muscolare, perchè capita di dover star fermo per novanta minuti, ma quando arriva l’occasione devi mostrarti pronto. Io per restare attivo raccontavo nella mia testa la cronaca della partita (ride, ndr)”.
A chiudere i lavori, gli interventi di Zeman e Praticò. Il mister si è espresso così sul tema: “Cerco di coinvolgere il portiere in ogni fase d’allenamento, anche durante il ritiro facendolo correre col gruppo, per fargli capire il senso del sacrificio e per renderlo partecipe del concetto di squadra. Considero infatti differente subire gol da un amico piuttosto che da un compagno di club che vedi ogni tanto“. Questa invece, la disamina del Presidente:  “L’estremo difensore è il ruolo più complicato, un suo sbaglio rimane impresso a lungo tempo. Basti pensare all’errore di Buffon, ne abbiamo sentito parlare per tutta la settimana…“.
Rocco Fabio Musolino
Commenti