Quattro gare e otto punti conquistati. Un bottino niente male, anzi, ottimo se si guarda alle avversarie passate da Reggio Calabria: Messina, Catania, Cosenza e Juve Stabia.
Più passano le giornate, però, e più viene messo in evidenza un dato su cui comunque già più di una volta ci si era soffermati: il Granillo è un bunker, un autentico fortino. Oltre a non aver mai perso, infatti, la compagine amaranto ha subito soltanto una rete davanti ai propri tifosi, quella del Catania. Una sola rete in casa, così come le big (Lecce, Foggia, Juve Stabia e Cosenza) ed il Taranto.
Più della metà delle reti incassate, dunque, è arrivata fuori casa. Ma, soprattutto, più della metà è arrivata nelle prime giornate. Cinque degli otto palloni raccolti in fondo al sacco da Sala provengono dalle prime due trasferte a Fondi ed Agrigento. Da lì in poi è stato un continuo crescendo, che ha portato ad incassare solo tre reti nelle ultime cinque sfide.
Una difesa quasi perfetta, quindi, una retroguardia che – forse è ancora un po’ presto dirlo – sta senz’altro facendo capire alle avversarie che al Granillo nessuno avrà vita facile. Così come disse Kosnic nel post derby dello Stretto. L’impressione comunque, con il passare delle settimane, è questa. E chissà che non sia tra i motivi per i quali si sta ricucendo un certo rapporto tra squadra e pubblico: sudare la maglia, ricongiungersi con la Curva a fine gara qualunque sia il risultato. Gesti, questi, frutto di un calcio passato, già visto da queste parti ma purtroppo ormai ben lontano. Gesti da rimandare, ed è qui che ci si ricollega, a quella Reggina di almeno un decennio fa che faceva del proprio stadio una roccaforte.
Certo, è presto per sognare, ma volare con la fantasia ed i ricordi è quantomeno lecito…
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