30 maggio 2015: la Reggina riscrive la storia. Battuto il Messina anche nella gara di ritorno nella tana degli avversari, quel “San Filippo” rimasto inviolato per troppo tempo. Abbiamo atteso ventisei lunghi anni da quel gol di Fulvio Simonini al Celeste, era il 22 ottobre del 1989. Stesso risultato, anche se erano altri tempi, altre categorie. E’ lo stesso ex attaccante amaranto ad affidare ai microfoni di RNP l’emozione di quel momento e la gioia per il ripescaggio tra i Pro della Reggina.
Sei un tifoso amaranto, ancor prima che un ex calciatore. Cosa hai provato nel momento in cui hai appreso la notizia del ripescaggio tra i professionisti della Reggina?
E’ una notizia che mi rende felice, in qualità di tifoso ed ex calciatore. Non nascondo che una trepidante attesa mi ha accompagnato nei venti giorni precedenti all’ufficialità. Mi auguro che i sacrifici che il presidente Praticò in primis e tutta la gente di Reggio Calabria vengano ripagati. Sono in contatto con più di un amico e mi è stato riferito che c’è stato un grosso senso del dovere da parte dei tifosi che, anche nei momenti più bui, non hanno smesso di sostenere la squadra. La squadra è la città e le polemiche bisogna convertirle in critiche costruttive. Se ci è stato concessa questa opportunità, vuol dire che le cose sono state fatte nella maniera giusta.
Ed il ricordo più bello in maglia amaranto non può che essere quello del Celeste…
Decisamente sì, mi sembrava di vivere un sogno. Arrivai tre giorni prima la grande partita e fui subito gettato nella mischia. Segnare quel gol mi ha consegnato le chiavi per entrare nel cuore dei tifosi. A tal proposito vi racconto un aneddoto che a parlarne, ho ancora i brividi. La domenica successiva ospitavamo il Torino e nel corso del riscaldamento apparì una registrazione del mio gol realizzato una settimana prima. In quel preciso momento sentì un boato assordante di venti mila persone. Fu una cosa che mai prima di allora mi era successa e mi sono permesso di fermarmi ad ammirare quello spettacolo ed applaudire la gente di Reggio Calabria. Quell’attestazione di affetto nei miei confronti è quanto di più gratificante potesse succedermi.
E di cosa si occupa Fulvio Simonini al giorno d’oggi?
Adesso lavoro nel mondo immobiliare, ma la passione per il calcio resta intatta. Dopo essere stato direttore sportivo del Trento per due anni, ero uscito dai radar del football. Sentivo però la mancanza di un campo e del pallone, così mi sono cimentato in una nuova avventura, allenando assieme ad altri due ex calciatori le giovanili della squadra del mio quartiere, Sacra Famiglia. E se chiamasse la Reggina… (ride, ndr)
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