Riabbracciare il calcio professionistico, attraverso la porta secondaria dei playoff. Questo l’intento del Reggio Calabria, che si prepara a vivere una estate davvero intensa, tra sogni, obiettivi e rebus da risolvere. Ma quali sono in concreto, i prossimi scenari inerenti il primo gradino del calcio professionistico? Di seguito, le principali tematiche emerse dall’ultimo Consiglio Federale.
FORMAT E NOME, SI TORNA ALL’ANTICO- Soltanto ad agosto, il numero uno della Figc aveva definito come una “importante opera di sfoltimento” la riduzione dei tre gironi di Lega Pro, il cui numero di partecipanti era stato portato da 20 a 18, per un totale di 54 club al posto di 60. La retromarcia in tal senso è stata repentina, in quanto pochi mesi dopo, complice l’avvento di Gravina, la terza serie del calcio italiano ha annunciato di voler tornare al format precedente. Il ritorno al passato, annunciato a più riprese, è stato ufficializzato mercoledì: dal 2016/2017, la Lega Pro tornerà a 60 squadre, ovvero 20 per ogni raggruppamento. Dopo una sola stagione dunque, lo ‘sfoltimento’ è stato bocciato.
Un passo indietro, anche per quanto concerne il nome: dopo 8 anni, verrà accantonato il nome Lega Pro, e la dicitura tornerà ad essere Lega Serie C.
LA FIDEJUSIONE: PIU’ SPENDI, PIU’ AUMENTA –Tra le novità più importanti, c’è la fidejussione con la quale si possono avere le carte in regola per iscriversi. I club che, al lordo, riusciranno a pagare meno di un milione e mezzo di euro per calciatori, tecnici e dirigenti, otterrano la suddetta fidejussione con 350mila euro. Gli altri parametri invece, verranno così ripartiti: 500mila euro per chi raggiungerà i 2 milioni di euro di costi di gestione, 750 mila euro per chi supererà i 2,5 milioni ed un milione di euro per chi raggiungerà i 3 milioni.
SPORTUBE, DA AGOSTO SI PAGA- Manca ancora l’ufficialità , che arriverà non prima di giugno/luglio, ma quasi certamente la piattaforma Sportube, dopo aver trasmesso gratis per due campionati le partite della Lega Pro su internet, dalla prossima stagione sarà a pagamento. Secondo le indiscrezioni, il prezzo per la singola partita sarà di 3 euro (un euro potrebbe essere destinato ai club), ma verranno creati anche dei pacchetti inerenti gli abbonamento.
LE SQUADRE B: APPUNTAMENTO TRA DUE ANNI? La novità più consistente, riguarda le squadre B. Sul modello di altri paesi europei (vedi Spagna), la Lega Pro potrebbe accogliere le squadre B dei maggiori club italiani, con questi ultimi che potrebbero mandare i propri giovani a farsi le ossa o comunque far giocare chi è destinato a trovare poco spazio. Ovviamente, le squadre B non avrebbero diritto alla promozione e non retrocederebbero. Uno scenario che porterà a sviluppi concreti ma che resta ancora in evoluzione, anche perchè necessità dell’approvazione di tutte e tre le leghe (A, B e C). Molto probabile dunque, che le squadre B entreranno a far parte della Lega Pro non l’anno prossimo, ma a partire dalla stagione 2017/2018.
A QUANDO I CRITERI SUI RIPESCAGGI? Su questo aspetto, entriamo in un’ottica che ci riguarda più da vicino. Riguardo le squadre che, in caso di vacanza di organico, vedranno accolta la propria domanda di ammissione alla Lega Pro 2016/2017, ancora non c’è nulla di stabilito. Anche in questo caso, fin troppo facile prevedere che il mese più caldo, e non ci riferiamo ovviamente all’aspetto climatico, sarà quello di luglio. Di sicuro, partecipazione e soprattutto vittoria dei playoff di serie D potrebbero essere prese in considerazione, ma tra i parametri di una ipotetica classifica, andando ad intuito ci sembra abbastanza verosimile che si terrà particolarmente in considerazione la solidità economica di ogni società (sarebbe assurdo il contrario, vista la situazione dell’intero sistema).
FONDO PERDUTO? SAREBBE UNA MANNAIA…A tenere banco, in ultima analisi, è la volontà di Tavecchio di far versare ai club ammessi in Lega Pro una somma a fondo perduto, il cui valore dovrebbe agirarsi intorno ai 500mila euro. Sulla questione, pare ci sia il netto dissenso di Gravina. Un dissenso ai nostri occhi più che giustificato, visto che in un periodo decisamente difficile per tantissimi club (e ci riferiamo anche alla serie A…), una cifra del genere potrebbe costituire, più che una forma di garanzia e selezione, una spinta ulteriore verso futuri fallimenti. Fermo restando che le ‘aspiranti professioniste’, arrivati a quel punto, potrebbero tranquillamente decidere di rimanere in Serie D e programmare una promozione sul campo che, in un bilancio complessivo, costrerebbe molto di meno…
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