Doveva essere l’arma in più, ma domenica dopo domenica ha finito col diventare un autentico boomerang. Quello che di buono è riuscita a costrurie in trasferta, il Reggio Calabria negli ultimi mesi lo ha sistematicamente gettato alle ortiche di fronte ai propri tifosi. Così come più volte evidenziato, al Granilo, da febbraio in poi, gli amaranto viaggiano ad una media da retrocessione.
Ci può stare perdere con la Cavese e non riuscire a battere nè Siracusa nè Cavese, perchè in tutti e tre i casi stiamo parlando di squadre che al netto delle potenzialità hanno qualcosa in più. Ciò che deve far scattare la ‘massima allerta’ in vista del match con la Gelbison, decisivo in ottica playoff, è il ruolino di marcia con le compagini che attualmente navigano nelle ‘acque agitate’ della graduatoria. Considerando il Gragnano ormai salvo, tra zona pericolo, playout e retrocessione diretta troviamo nove squadre, che partono dal Rende e finiscono con la Vigor Lamezia. Ebbene, escludendo i prossimi avversari, negli otto incontri casalinghi contro le pericolanti, sono stati ottenuti solamente undici punti su ventiquattro disponibili.
Un bottino davvero risicato, per non dire misero, che ha visto la compagine dello Stretto battere soltanto la Palmese, una Vigor Lamezia che all’epoca giocava con la Juniores ed il Rende (quella coi silani, lo ricordiamo, è stata l’ultima vittoria interna). Noto e Marsala sono tornate da Reggio con un pari, mentre Leonfortese, Scordia ed Agropoli hanno portato via l’intera posta in palio.
Le motivazioni che hanno portato ad un cammino casalingo così complicato, sono state oggetto di parecchie domande. Il peso di uno stadio così glorioso, che di contro carica a mille avversari con una storia calcistica minore? Il peso della maglia amaranto unito alle esigenze della piazza? La mancanza di continuità ? Difficile, ed arrivati a questo punto della stagione praticamente inutile, dare una risposta ad un problema mai risolto. Di sicuro, non si può più parlare delle problematiche relative alle condizioni del Granillo, visto che sotto tale aspetto la situazione è nettamente migliorata, grazie all’intervento della società avvenuto nel mese di dicembre.
Tocca all’undici di Cozza trasformare i grattacapi in punti escalamativi, anche perchè ormai il tempo è scaduto. Ultimo giro, ultima corsa: l’imperativo è quello di cambiare marcia, facendo tesoro delle esperienze passate. Al di là della classifica e degli obiettivi, salutare con un successo convincente il proprio pubblico, per Lavrendi e compagni sarebbe il modo migliore per ripagarlo di un sostegno che non è mai mancato, ed a volte è stato davvero commovente.
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