E’, Mimmo Scappatura, segretario super impegnato di un Gallico Catona che intende ancora scrivere pagine importanti nell’arte pedatoria del calcio dilettantistico calabrese. Il cellulare squilla in continuazione, invia messaggi per riunioni programmatiche. Una di queste è prevista per domenica mattina: le cariche sociali sono state azzerate, si ripartirà con nuove idee, probabilmente con nuove linfe, con una nuova programmazione, ma facendo anche tesoro delle brillanti cose fatte in un campionato come quello di Eccellenza, finestra del professionismo. Cariche sociali che saranno quindi rinnovate per poi stabilire la programmazione tecnica.
Da definire, ad esempio, il dopo Ripepi. Circolano tante voci, ma sono solo ipotesi: Sandro Caridi, Rosario Salerno, Massimo Scevola, Ciccio Ferraro. Resteranno Leo Gatto e Marco Cormaci? Ma, soprattutto, arriverà la prima punta da doppia cifra?
Nel frattempo si raccolgono i frutti del lavoro di questi tre anni. E’ un Gallico Catona “antesignano” della conurbazione, dell’integrazione fra due realtà così vicine ma anche così lontane che festeggiano nella prossima avventura la quarta convivenza. Fra alti e bassi, con un settore giovanile che sta dando ottimi risultati come testimonia la convocazione in Nazionale under 17 del centrocampista Gioele Corsaro, il Gallico Catona è impegnato in questo momento a custodire e programmare il suo futuro e magari, come è ovvio che sia, migliorare (ove presenti) delle deficienze o per meglio dire delle imperfezioni.
Guardare al futuro con realismo, programmando secondo un budget reale e non virtuale. Chiarezza e unità d’intenti, nuovi soci o sponsor, è basilare non cadere nell’anonimato e nell’indifferenza. Nello Violante e Natale Gatto hanno compiuto in questi anni ottime cose, raggiungendo grandi risultati con una buona organizzazione. Un lavoro coordinato con Peppe Misiti, Peppe Mangano, il responsabile Marketing Maurizio Biondi, Peppe Cartisano, Mimmo e Ciccio Richichi, l’indispensabile magazziniere Ciccio Reitano, Nino Labate, Mimmo Scapptura, Antonio Lo Presti e l’avvocato Passalia.
Giuseppe Calabrò
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