Figlio adottivo di Reggio. E’ così che si potrebbe definire Bruno Cirillo. Da giovanissimo in riva allo Stretto, ha attraversato tutte le tappe dei più bei anni amaranto. E’ tra gli artefici della prima promozione in Serie A, protagonista della prima stagione nell’Olimpo del calcio. Poi, dopo la cessione all’Inter, il ritorno tanti anni dopo, negli ultimi anni di quella stessa Serie A che aveva conquistato e che ha visto purtroppo sfumare. Un altro ritorno, il più recente, è anche quello più dolce perchè finisce, come lui stesso ha detto “con il botto”. Cirillo, insieme a Belardi e Aronica, tornano a salvare la baracca che sta per retrocedere in Serie D. Ci riescono vincendo la doppia sfida contro i cugini messinesi. E lo fanno, appunto, col botto.
Adesso, lui e Belardi, celebreranno l’addio al calcio con la sfida che il 25 giugno vedrà opposte Reggina ’99 e Reggina ’88 al Granillo: “Evento importantissimo – afferma Cirillo a Tutti i Figli di Pianca su Touring – per tutto ciò che già sappiamo. A Reggio Calabria mai si era celebrato un addio al calcio così per due calciatori che sono cresciuti con questa maglia, militandoci nei primi anni e ritornando alla fine con una chiusura grandiosa”.
L’evento del 25 giugno, spiega Cirillo, vale anche tanto per la tifoseria e città di Reggio: “E’ l’occasione giusta per far capire che siamo vivi. L’opportunità per dare un segnale di forte presenza, per dimostrare ciò che Reggio ha fatto in passato. Basta ricordare il numeroso pubblico del playout contro il Messina. Per me, i momenti belli vissuti con questa maglia, ritorneranno. Con pazienza ma ritorneranno”.
Ritornerà anche il nome Reggina? Anche per l’ex difensore amaranto è giusto che sia così: “Tanti motivi non li conosco in merito al nome, ma sono dell’idea che sia giusto per i tanti tifosi che torni il nome Reggina. Fermo restando che non bisogna far altro che ringraziare la nuova società per quanto sta facendo e per il solo fatto di aver mantenuto il calcio in questa città ”.
Poi il ritorno all’evento della sfida tra Reggina ’88 e Reggina ’99 e qualche aneddoto legato alla splendida annata con Gustinetti prima e Bolchi poi: “Sarà strano per uno come me che ha visto campi per una vita, ma dal playout a Messina non ho più visto un pallone. Il 25 partirò dalla panchina perchè in quell’annata non ero titolare, ma entravo spesso per difendere il risultato e per questo sento quella cavalcata anche mia. Anzi, l’anno dopo la promozione, quando arrivò Colomba, Presidente e Direttore mi dissero di volermi mandare in Serie B a farmi le ossa. La prima a Torino però, e qui fui fortunato, eravamo disponibili in difesa solo io, Giacchetta e Stovini perchè due difensori erano squalificati. Giocai lì e cambiò tutto”.
Per chiudere, un cenno al futuro di Bruno Cirillo. Accantonata, almeno per ora, l’idea di intraprendere la carriera da allenatore: “Ultimamente sono cambiate un pò di cose. Sto pensando di prendere in considerazione altro, tipo l’incarico di procuratore. Mi piace, vedremo…”
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