La libertà d’espressione, è cosa nota, è un diritto inalienabile. Per motivi di opportunità , tuttavia, a maggior ragione in un ambiente calcistico particolarmente esposto mediaticamente, alcuni pensieri vengono solitamente trattenuti, sopiti, omessi.
“Non so se resto. Sono sincero, sono stato contattato da una squadra di categoria superiore”, è una dichiarazione che se proviene dal tecnico in sella ad una squadra che si appresta a vivere la fase decisiva della sua stagione fa inevitabilmente discutere.
Accadrebbe, giusto per fare un esempio, se magari Allegri avesse detto di esser stato contattato da un top club europeo: alla Juve, ragionevolmente, non avrebbero stappato champagne. Accade ugualmente, pur con le dovute proporzioni, a queste latitudini con la SSD Reggio Calabria in corsa playoff, obiettivo a più riprese definito “fondamentale” dalla dirigenza del club del quale l’autore delle suddette parole è alle dipendenze.
Francesco Cozza, peraltro, non è un neofita dell’universo pallonaro: da oltre 20 anni lo vive da protagonista e ne conosce perfettamente le dinamiche.
Nessuna caccia all’untore, sia chiaro. Strumentalizzare, nel nostro giudizio, equivarrebbe a ricondurre chissà quali colpe al tecnico imputandogli una dichiarazione che mina gli equilibri, come se la sua squadra fosse impegnata nella rincorsa ad un obiettivo realmente affascinante ed importante. Cosa che, con buona pace di tutti (almeno per il momento, in mancanza perfino di una determina che chiarisca metodi e principi delle eventuali riammissioni in Lega Pro) obiettivamente questi playoff non sono.
Non lo sono – affascinanti ed importanti – per il tecnico, che altrimenti si sarebbe guardato bene dal gettare un’ombra simile sul proprio futuro nel momento culmine della stagione, non lo sono per la squadra che altrimenti avrebbe mostrato un briciolo di amor proprio contro lo Scordia, non lo sono per la tifoseria organizzata che lo ha scritto a chiare lettere (“non ce ne frega niente”) in un recente comunicato. Poi, è naturale che lo stesso Cozza, come gli ultras, come chiunque graviti intorno all’universo amaranto sarebbe ben lieto di centrare la qualificazione ai playoff, magari vincerli e poi esser miracolosamente riammesso in Lega Pro. Ma di miracolo appunto si tratterebbe, e le possibilità remote, indipendenti dal mero raggiungimento di un risultato sportivo ma ben più connesse con dinamiche burocratico-politiche di tutt’altra natura, non possono che dissolvere il pathos.
Tutto ciò premesso, le parole di Cozza stridono ugualmente. Perchè se è vero, com’è vero, che questa benedetta corsa ai playoff infiamma relativamente l’ambiente, nel momento in cui la società per bocca del suo presidente a più riprese fissa un obiettivo e lo definisce di assoluta importanza il tecnico ha il dovere di misurare comportamenti e parole di conseguenza. Non bisogna aver studiato comunicazione per rendersi conto che render pubblico il corteggiamento di un altro club equivalga invece ad imbarcarsi su un treno che viaggia in senso opposto.
La stagione si avvia al termine stancamente, lasciando un retrogusto di delusione in tutte le parti in causa. Nessuno, dalla società , al tecnico, ai calciatori, alla tifoseria può dirsi pienamente soddisfatto di ciò che è stato questo debutto della SSD Reggio Calabria. Che le strade del tecnico e del club potessero separarsi a fine campionato era cosa plausibile anche prima della manifestazione pubblica odierna di Cozza.
Ecco perchè due domande sorgono spontanee.
La prima: perchè alla domanda riguardante il suo futuro mister Cozza ha ritenuto opportuno andare oltre il canonico, “sono cose che valuteremo a fine stagione”, aggiungendo che una società di Lega Pro ne abbia già vagliato la disponibilità ?
La seconda; la società cosa ne pensa?
Il caso ha voluto che i fatti accadessero nel giorno del compleanno di Elio Gustinetti, tecnico che apparecchiò la prima promozione in A della Reggina salvo esser esonerato a 6 giornate dalla fine. La motivazione? Dichiarazioni ufficiali narrano del preoccupante calo di rendimento evidenziatosi nel tracollo con il Chievo che gli fu fatale, dichiarazioni ufficiose ricondussero tutto all’accordo che il tecnico stava definendo con l’Empoli per la stagione successiva.
Certo, i casi hanno parecchie divergenze. Però, concedetecelo, la coincidenza è strana…
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