Il secondo infortunio subito nel corso della sua travagliata stagione, ha costretto Christian Tiboni a guardare nuovamente i suoi compagni dalla tribuna. Ancora una volta più di un mese di stop, passato all’insegna della voglia di tornare presto, per dare un importante contributo nella difficile rincorsa dell’ASD Reggio Calabria. Ieri, nella sconfitta di Leonforte, l’ex attaccante di Padova e Atalanta è ritornato finalmente in campo. Un recupero accelerato dal duro lavoro, svolto dalla punta persino durante le vacanze di Natale.
Ospite nella trasmissione odierna di “Tutti figli di Pianca”, l’attaccante amaranto ha fatto il punto della situazione all’imdomeni del ko subito in sicilia, partendo proprio dalla sua condizione fisica. ”Finalmente sto meglio. Mi sento bene anche se non ho i 90 minuti nelle gambe, ma sono abbastanza contento delle mie condizioni fisiche. Durante le vacanze natalizie sono stato ad Empoli in un centro di fisioterapia, sono rientrato da una decina di giorni e mi sto allenando con la squadra, spero di raggiungere il top della forma in 2 settimane”.
Nella prima parte della trasmissione, in studio arrivano parecchie telefonate sulla spinosa questione relativa alla denominazione. L’Asd Reggio Calabria, potrà chiamarsi Reggina per il prossimo campionato? Al di là delle vicende burocratiche e dei regolamenti, Tiboni ha pochi dubbi. “Io non sono di Reggio, ma tutti conosciamo la Reggina. Quest’anno si chiama ASD Reggio Calabria, ma è la Reggina. L’anno scorso ho vissuto la stessa cosa a Padova, dove la squadra per alcuni mesi si è chiamata Biancoscudati Padova. Credo che i dirigenti, in quanto primi tifosi, abbiano come obiettivo la riappropriazione di questo nome. Noi ci sentiamo giocatori della Reggina, siamo fieri di indossare la maglia amaranto e credo che la gente lo abbia capito, dato che finora ci ha seguito dovunque. A tutti piacerebbe giocare a San Siro e all’Olimpico, qui si vive di calcio e la gente sta male quando perdiamo, mi rendo conto dell’importanza della squadra nel contesto cittadino. Comunque credo che la storia sia indelebile, la dimostrazione è la celebrazione di qualche settimana fa in occasione dei 102 anni. Tutti ricordano delle imprese amaranto, sono cose che restano nella mente di tutti i tifosi. La burocrazia purtroppo, a volte rallenta dei processi che sembrano naturali…”.
Tornando alle vicende di campo, la sconfitta di ieri non può e non deve minare le sicurezze del gruppo :” Siamo partiti male ed effettivamente non avevamo un’identità. Adesso le cose sono cambiate, e al di là della sconfitta di ieri, sono fiducioso: dopo 10 partite in cui siamo rimasti imbattuti, uno scivolone può anche starci. Bisogna giocare sempre con cattiveria. Onoreremo la maglia che indossiamo, fino alla fine. Non abbiamo mollato quando eravamo in fondo, e certamente non lo faremo ora“.
Proprio sul peso della maglia, Tiboni sottolinea un’altro aspetto importante. “Ho sempre preferito le grandi piazze come Reggio, nelle quali se perdi vieni fischiato o criticato, perchè tutto ciò si trasforma in stimoli e gioie maggiori in caso di successi. Mi piace giocare per squadre importanti, mi piace giocare nella Reggina. Magari qualche elemento, specie fra i più giovani, può aver patito la pressione quando mancavano i risultati…”.
ASD Reggio Calabria che ha risalito la classifica ed occupa la quarta posizione, in zona playoff: “Anche quando eravamo penultimi, non ho mai pensato che questa squadra fosse scarsa . Ho sempre creduto in me e nei miei compagni. Abbiamo pagato un inizio terribile. Cavese e Siracusa più forti? I punti dicono questo al momento, ma non sono sicuro che noi abbiamo qualcosa in meno rispetto a loro”.
Restando in tema, domenica al Granillo arriva la Cavese: “Abbiamo rispetto per tutti, ma paura per nessuno. Sappiamo che arriva una squadra forte, abbiamo 8 punti in meno di loro ma noi siamo la Reggina e vogliamo vincere. Come ogni domenica, sappiamo dove giochiamo, e proprio per questo sarà importantissimo il nostro pubblico”. Parole d’elogio anche per la società, che ha avuto il merito di sostenere squadra e allenatore anche nei momenti bui :” Aver avuto il sostegno e la fiducia della società è stato importante, e si è visto. Ieri è arrivata la sconfitta che ha interrotto il filotto di risultati utili, ma come dicevo prima adesso stiamo bene, e sono sicuro che faremo tanti altri punti”.
Una piccola chiosa finale sul caso Sarri-Mancini, che Tiboni vede come specchio della situazione calcistica moderna : “Sono cose di campo, che in campo devono rimanere. Anche il caso De Rossi-Mandžukić è tutta un’esagerazione. Ricordo che ai tempi delle giovanili dell’Atalanta andavamo allo stadio ogni domenica, e si percepiva un’atmosfera diversa, con le tifoserie ospiti sempre presenti e gli stadi pieni. Adesso è un calcio diverso, che lascia poco spazio alla passione e troppo alle polemiche. Così facendo, spesso si corre il rischio di incorrere in vere e proprie pagliacciate“.
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