Secco tris nel derby contro il Roccella, decimo risultato utile consecutivo e speranze di rimonta confermate nonostante il distacco non si sia ridotto. Il day after per gli amaranto è dolce, per tutti, anche per il Direttore Gabriele Martino, ospite questa sera a Reggio Tv nella consueta trasmissione del lunedì sera “Fuorigioco” di Andrea Ripepi e Federico Lamberti. Tanti i temi affrontati, dal presente, ai singoli, al mercato. E alla fine anche un occhio al futuro… Ecco le sue parole:
SULLA GARA DI IERI – Sicuramente una gara di ottima fattura in termini di convinzione, gioco corale, sacrificio. Il lavoro del mister inizia a dare i suoi frutti. Abbiamo un reparto difensivo con una età media di 20 anni, questo sta a significare che questo gruppo dirigente sta pensando al presente ma getta le basi anche per il futuro.
LA RIMONTA E’ POSSIBILE – L’obiettivo è sempre quello, il massimo risultato sportivo, e sempre così è stato. L’impresa è possibile, la rimonta non è un’utopia: il prossimo turno c’è Siracusa-Frattese e se dovessimo fare bene a Leonforte la situazione cambierebbe, aggiungiamoci i tre scontri diretti in casa…
SU BRAMUCCI – Al di là della prestazione di ieri non sono contentissimo della prima parte di torneo di Bramucci perchè so quanto può dare. Le sue qualità non sono solo in fase realizzativa ma anche in termini atletici, di corsa. Ha tutto per diventare un attaccante moderno, completo, ma deve crescere ancora molto. Ovviamente, se bisogna commentare le marcature di ieri, parliamo di centri da attaccante vero: uno di testa, uno di destro e uno di sinistro. Lui, così come tanti altri ex Reggina svincolati dopo il fallimento, erano scoraggiati e demoralizzati. Quando lo incontrai mi dimostrò di credere nel progetto nostro e di dare ancora qualcosa alla città . Ha chiaro l’obiettivo che vuole raggiungere.
SU FODERARO – Il suo è stato un lavoro prezioso, ma in pochi lo hanno notato. E’ stata la sua posizione a favorire gli inserimenti di Oggiano e Bramucci. Lui appoggiava il pallone ai centrocampisti che, come in occasione del secondo gol, verticalizzavano appunto per i due velocisti.
SU COZZA –  Un buon dirigente deve saper fare autocritica, valutare il perché delle cose buone e non buone. Cozza e il suo staff, così come la squadra e noi dirigenti, eravamo in ritardo e siamo stati bravi a riordinare le cose, sistemarle e rimetterci in sesto. Siamo stati bravi a dargli fiducia nei momenti più difficili. Il mister non è adesso l’eroe della squadra e non era prima il principale responsabile dei risultati negativi.
SU LAVRENDI – Un martedì  lo chiusi in ufficio bacchettandolo. Gli spiegai che, per le capacità che aveva, non poteva accontentarsi di quello che aveva fatto fino a quel momento. Che nonostante le sue qualità la sua carriera è quasi sempre stata fra i campi dilettantistici perchè fose ha sbagliato qualcosa. Lui ha capito ed è cresciuto tanto ultimamente. Ciò che importa più di tutto al di là dei singoli è che si è riusciti a costituire un gruppo unito, granitico con il mister in testa. Un gruppo che vuole vincere e che, al di là dell’esito finale di questa stagione, non dovrà rimproverarsi nulla.
SU MAESANO – Prima di prendere Cane, calciatore che io conoscevo direttamente, il primo a sapere della trattativa fu Maesano. Gli spiegai le varie situazioni sulle motivazioni per cui avevamo deciso di prenderlo. L’ho fatto innanzitutto per responsabilizzarlo, e poi per evitare che si facesse condizionare da “sirene” esterne circa questa mia scelta di mercato.
SULLE CESSIONI DI ARENA E RIVA E SU OGGIANO – Riva alcune volte aveva sbagliato in taluni comportamenti, Arena pensavo che potesse e dovesse dare di più. Conoscevo le sue qualità ma andavamo cercando qualcos’altro, qualcuno che si potesse mettere anche al servizio della squadra. Abbiamo preso Oggiano che mi sembra non lo stia facendo rimpiangere, soprattutto dopo la gara di ieri. Dopo Sarno, in cui aveva un pò ecceduto in alcune giocate individuali, so quanto e come il mister abbia dialogato col ragazzo, chiedendogli di mettere le sue qualità al servizio della squadra. Così ha fatto ieri, ha dimostrato di essere una persona che sa ascoltare.
SUL MERCATO – Non sono mai soddisfatto di me, di ciò che faccio. Cerco di analizzare tutti i dettagli, questo non è gruppo completo ma coeso, fenomeni in giro non ne vedo. Prendere qualcuno che poi possa rischiare di rompere equilibri tra campo e spogliatoio non mi sembra utile, diciamo che tutto è possibile…
FUTURO AMBIZIOSO –  Ho il dovere, da quando ho iniziato a lavorare in questa città , di guardare oltre questo campionato, al di là della categoria o della mia presenza anche in futuro. C’è un’idea di progettualità seria, di progetto ambizioso. Non dimentichiamoci che in estate si è dovuto lavorare su “turbolenze” esterne e non dimentichiamoci neanche che qui si è fatto calcio non per chissà quali ricchezze economiche ma per risorse, specialmente in termini di strutture, che hanno fatto tante fortune. Attraverso un calcio sostenibile vogliamo riportare la città nel calcio professionistico con la formazione di giovani, del vivaio locale, che possano arrivare al calcio professionistico.
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