Speranze, delusioni, rabbia, scoramento, voglia di risorgere. Chiunque ami i colori amaranto, questo 2015 non potrà mai dimenticarlo. Abbiamo provato a ricostruirlo brevemente, ripercorrendo un’altalena di emozioni letteralmente contrastanti, che di sorrisi alla fine dei conti ne ha lasciati davvero pochi…
LA LENTA RISALITA, TRA CAMPO E…PALAZZI- Dopo aver chiuso il 2014 con una impressionante serie nera di 7 sconfitte consecutive (arrivate peraltro senza segnare neanche un gol), la Reggina prova lentamente a risalire la china. L’arrivo di tre “big” come Belardi, Aronica e Cirillo, contribuisce a rinsaldare lo spogliatoio ed a migliorare un trend che rimane comunque deficitario, anche se i problemi rimangono. L’infinita battaglia tra il club di via delle Industrie ed il Procuratore della Figc Stefano Palazzi, diventa una partita nella partita: penalizzazioni tolte, ridate e poi nuovamente tolte, all’insegna di una classifica che cambia di continuo. Le sconfitte nei derby di Messina e Cosenza aumentano il malcontento della piazza, mentre nelle fila amaranto tornano Insigne e Di Michele, rimasti per qualche tempo fuori rosa. L’ambiente appare spaccato in due, i problemi economici del club non contribuiscono certo a migliorare la situazione nè all’esterno nè all’interno del Sant’Agata. Dopo essere stata retrocessa d’ufficio a causa dell’ennesima penalizzazione, la compagine dello Stretto si affida a Giacomo Tedesco, che subentra ad Alberti per le ultime tre partite: i successi contro Catanzaro e Martina Franca, negli ultimi due turni del campionato, tengono accesa la fiammella della speranza, visto che nel frattempo Foti e l’avvocato Panuccio riescono a fare valere ancora una volta le loro ragioni. Retrocessa al termine della stagione regolare, la Reggina torna “in vita” di lì a poco grazie alla sentenza del Coni, che restituisce altri due punti e manda Cirillo e compagni ai playout contro gli storici rivali del Messina.
QUI SI FA LA STORIA! Pur non essendo servita a mantenere il calcio professionistico, la doppia vittoria ai playout rimarrà per sempre nella storia del calcio nostrano. In un derby dello Stretto a cui tra andata e ritorno assistono qualcosa come 20.000 spettatori (12.000 al Granillo, 8.000 al San Filippo), la Reggina batte per due volte il Messina, regalando finalmente una grande gioia ai propri tifosi. Il 26 maggio decide Insigne, mentre il 30 maggio Balistreri ammutolisce il San Filippo e fa impazzire i circa 2.000 tifosi amaranto. Come per magia, una delle annate più tristi e complicate di sempre lascia posto ad una serata trionfale: sono quasi 4.000, le persone che si presentano in via Marinaad accogliere Cirillo e compagni, di ritorno dalla Sicilia. Si, Reggio ha scritto una pagina splendida proprio quando tutto sembrava perduto, ma purtroppo non basta…
SCALI DICE NO, ADDIO REGGINA CALCIO- Dopo mesi di smentite e colpi di scena, la trattativa tra Lillo Foti ed il gruppo di imprenditori australiani capeggiati da Nick Scali, si arena proprio quando sembrava sul punto di essere conclusa. A comunicarlo è lo stesso Scali, presentatosi agli organi di informazione. Sono settimane surreali, che vedono addirittura Foti ricoverato in condizioni abbastanza serie a causa di una emorragia intestinale. A dir la verità , nonostante il dietrofront annunciato da Scali si continua a sperare in un nuovo, decisivo colpo di coda, ma così non è. La Reggina Calcio non passa di proprietà , e nonostante l’impegno di un gruppo di imprenditori reggini capeggiati da Mimmo Praticò, alza bandiera bianca a causa delle inadempienze finanziarie. Niente iscrizione, il disperato tentativo fatto in extremis da parte di Foti, Praticò e Falcomatà , volati a Roma da Tavecchio, si rivela solo una bolla di sapone. Addio Reggina Calcio, finisce nel peggiore dei modi un ciclo durato quasi 30 anni.
L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO- Nonostante la mancata iscrizione, il club di via delle Industrie rimene ancora in vita, ma cambia pelle: niente più calcio agonistico, il Sant’Agata si trasforma in un centro per giovani calciatori. A non far sparire il vessillo amaranto, ci pensa lo stesso gruppo che aveva spalleggiato Foti nel disperato tentativo di salvare la Lega Pro. Nasce dunque l’Asd Reggio Calabria, che riparte dall’inferno della serie D in attesa di potersi chiamare Reggina. Il club di Mimmo Praticò ricomincia da zero, con il sostegno di ben 3.500 abbonati ed il ritorno di alcune figure che già in passato hanno legato il loro nome a questi colori, come Ciccio Cozza e Gabriele Martino. Tanta passione ma anche tante difficoltà , alcune fisiologiche, altre figlie di una solidità che ancora manca. Dopo un avvio da incubo, le sette partite senza sconfitte hanno ridato slancio e convinzione, ma il distacco dai primi posti rimane cospicuo la strada è ancora decisamente in salita. La speranza è che Reggio si possa riprendere quanto prima la propria storia, una storia che in fondo non avrà mai fine…
* Per ovvie ragioni, ci siamo limitati ad un racconto di quello che per i nostri colori rimarrà uno degli anni più difficili e complessi della storia. Giudizi e pagelle, visti e considerati gli avvenimenti, sarebbero stati decisamente fuori luogo…
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