Di Vincenzo Ielacqua – Noto e Due Torri: in quindici giorni il Granillo, da terra di entusiastiche avventure, si è rivelato fortino di rimpianti. Due gare interne in cui l’Asd Reggio Calabria ha fallito l’appuntamento con il successo, mangiandosi le unghie e vedendo sempre più distante la vetta della classifica. Eppure le battistrada, Siracusa oggi, Cavese ieri, non hanno certo messo il turbo, anzi, alternandosi in cima, accreditano il girone I della serie D come uno tra i più equilibrati. E sarà così fino al termine del campionato, almeno crediamo.
Reggio Calabria, invece si trova ad un bivio difficile: cercare a tutti i costi l’inseguimento forse vano o masticare esperienza e punti con la piena consapevolezza che si è fatto il massimo sforzo, a fronte di una stagione iniziata tra mille difficoltà e con problematiche mai risolte (vedi strutture per gli allenamenti). E’ chiaro che l’ambiente, il blasone e la passione della tifoseria impongono prioritari sogni: quello di vedere la squadra amaranto in categorie professionistiche, fuori dalla pantano del dilettantismo. Ma la razionalità a volte è più opportuna degli istinti primordiali, quelli che ti spingono a cercare di accarezzare il cielo con un dito, anche con il rischio di sporgerti troppo e cadere giù. Le mosse della società in fase di mercato (sfoltimento della rosa, riduzione monte ingaggi, innesto di calciatori della Provincia) ci dicono che la dirigenza ha ben chiaro l’orizzonte da inseguire.
Niente spese folli (perché di soldi già ne sono stati spesi abbastanza, nessuno dimentichi l’extra budget di 350mila euro versato dal club ad inizio campionato), oculatezza e non solo economica ma soprattutto tecnica. Il livello delle squadre che si giocano oggi la promozione diretta in Lega Pro esaltano due aspetti, tra loro contraddittori: da una parte Siracusa e Cavese, che hanno staccato assegni importanti per allestire squadroni e, con un secondo posto, fallirebbero clamorosamente, almeno sportivamente, l’obiettivo di inizio anno. Poi altre due compagini, Frattese e (subito dietro) Due Torri, invece lanciano un messaggio diverso: si può lottare e sgomitare anche senza svenarsi. Magari puntando sui giovani, affiancando a loro a qualità e esperienza che alcuni elementi possono incarnare. Forse a Reggio si è guardato oltre: scegliendo di cercare sì la rincorsa alla prima della classe, ma senza follie ma con una lucida gestione. La strada più difficile, insomma, che può causare anche qualche delusione (anche se il Due Torri visto ieri, ad esempio, ha mostrato tutte le armi per poter recitare un ruolo da protagonista anche nel girone di ritorno, a patto che mentalmente i calciatori riescano a “tenere botta”), probabilmente l’unica percorribile al momento.
Dunque Reggio Calabria, se l’intuito non ci inganna, guarda alla classifica ma anche alla solidità del progetto che la prossima estate, potrebbe essere magari rinvigorito da nuovi ingressi societari e nuova linfa economica, certamente un progetto che nascendo nei tempi giusti possa essere programmato e pianificato, cosa impossibile quest’anno. Ed è innegabile che a questo gruppo manca qualcosa in termini di ricambio qualitativo, in primis nel reparto offensivo dove i calciatori utilizzati ieri appaiono tutti fotocopie e dove, chiaramente, l’assenza di una boa o meglio di un centravanti di “sfondamento” (bel termine, bei ricordi di un calcio old style) si è materializzata nel match di domenica in più di un’occasione. Mancanza che forse non hanno permesso alla squadra di Cozza di colmare il gap con le prime, con squadre che si permettono di tenere in panchina autentici lussi per la categoria.
La società ha fatto capire di voler comunque intervenire ma solo alle giuste condizioni: traduzione se verrà trovato il calciatore con le giuste motivazioni e senza folli pretese allora Cozza potrà contare su un attaccante in più, altrimenti spazio ai ragazzi del vivaio, sperando che esordiscano tutti con il piglio di Baccillieri, giovane di qualità su cui affidare speranze per un futuro più importante.
Vincenzo Ielacqua
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