Di Gianpiero Versace – Delusione sì. Gli amaranto sbattono sul Noto, non approfittano dell’opportunità di accorciare sul primo posto e delittuosamente restano lontani 9 punti dalla cima della classifica al termine di una partita mal giocata.
Sorpresa no. Questa squadra, così com’è – lo abbiamo detto, lo ripetiamo, lo ribadiremo ad oltranza fino a fine mercato a maggior ragione dopo i propositi di vertice annunciati anche dal club in settimana – non può arrivare all’obiettivo. L’ASD Reggio Calabria, al 7 dicembre 2015, non è nelle condizioni di legittimare i propositi di rincorsa alla vetta.
Non può farlo perchè, nel confronto settimanale con gli avversari, come valori assoluti sarebbe spesso più forte del diretto concorrente, ma non abbastanza per determinare una forte probabilità di successo. La supremazia amaranto è relativa, leggera, sfumata, suscettibile agli episodi. Il divario tra gli amaranto e la concorrenza non è abbastanza significativo così come nel caso di altri club, quali Siracusa, Cavese e Frattese, che riescono ad imporre con regolarità la propria supremazia avendo, di conseguenza, la regolarità di risultati che le ha condotte in cima alla graduatoria.
L’ASD Reggio Calabria, crediamo di poterlo sostenere oltre ogni ragionevole dubbio, non è all’altezza delle migliori della classe.
E’ dietro in termini di personalità e capacità di gestione così come sotto l’aspetto tattico con una compattezza di squadra ancora non del tutto definita. E’ inferiore, prima di tutto, per valori tecnici di un gruppo che evidenzia lacune oggettive nei singoli e nei reparti.
L’esempio fedele, amaro e lampante è la partita di ieri. Una partita ruminata, condotta sul pari con fatica. Tuttavia, negli ultimi 5 minuti di gioco gli amaranto hanno avuto due nitide opportunità per far propria la gara. Ora, non pensiate che Siracusa, Frattese e Cavese sciorinino domenicalmente spettacolo. Anche loro faticano, anche loro vincono con un guizzo improvviso, anche loro vincono senza aver stropicciato l’avversario. Ma vincono, appunto.
Perchè su quei due palloni che ai minuti 85 e 88 avrebbero potuto (dovuto) decidere la partita in favore dell’ASD Reggio non deve arrivarci il classe ’96 Russo. Nel Siracusa ci arriva Longoni o Catania, nella Cavese Varriale o De Rosa, nella Frattese Celiento o Longo. Sia chiaro, il ragazzo si farà , lungi da noi dargli la croce addosso e, anzi, per le qualità che gli riconosciamo riteniamo sia anche indietro rispetto al processo di maturazione che il talento gli impone. L’errore è legittimo e servirà per crescere. Il problema è che una squadra che incita il proprio pubblico a “crederci” non deve esser costretta a ricorrere ad un ragazzo diciannovenne nella fase più delicata della partita e forse della stagione. Il valore di una squadra, all’interno di un campionato ed in relazione agli obiettivi che si pone, viene stabilito dal confronto con gli stessi valori espressi nei medesimi ruoli dai competitor. Se l’obiettivo è il vertice le squadre che oggi lo occupano, in quella posizione del campo, anche effettuando delle rotazioni all’interno dell’organico, contano su calciatori di categoria, over, con una confidenza significativa con le pressioni e con la rete.
Non saremmo onesti intellettualmente se non dicessimo che ci saremmo aspettati dei movimenti in entrata già in questa prima settimana di mercato, in maniera tale da renderli utilizzabili già per la gara con il Noto. Così non è stato e gli amaranto puntano il prossimo trittico di partite con Gelbison, Due Torri e Aversa con l’obbligo di totalizzare filotto di successi per mantenere fede a quella tabella di marcia che il gruppo si era fissato e che individuava in 10 punti il traguardo da raggiungere compresa la gara andata in archivio con il Noto.
Ma se a questa squadra non perdoniamo un primo tempo come quello andato in scena con i siciliani durante il quale non si è stati capaci di produrre un tiro “in” ma neppure “verso” la porta, allo stesso modo diciamo alla società che se davvero la volontà è crederci allora bisogna passare ai fatti. Senza aspettare oltre. Questa squadra ha dei limiti e va rinforzata nell’immediato. Già a Vallo della Lucania, domenica, sono attesi volti nuovi oltre quello di Marco Cane che andrà a rafforzare la difesa. In caso contrario, chiarezza.
I sogni sono belli, e volano leggeri. Allo stesso modo, però, comportano delle responsabilità e quelle pesano.
Squadra, tecnico e società devono dimostrarsi – ognuno secondo le proprie competenze – in grado di sopportarle. Se così non fosse, più che di sogni sarebbe corretto parlare di illusioni.
Il margine per provare a porre rimedio scarseggia ma c’è ancora. “Chi ha tempo non aspetti tempo“, è un vecchio detto. E si sa, la saggezza popolare indica sempre la via. Agire, subito.
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