Primo punto sul campo, ottenuto lontano dal Granillo. E’ questo l’unico dato da salvare, per quanto riguarda la prestazione del Reggio Calabria sul campo dello Scordia. Il turno infrasettimanale in terra sicula infatti, non può che lasciare un senso di delusione, specie con riferimento alla prima mezz’ora di gioco. Per gran parte del primo tempo, gli amaranto sono stati letteralmente sovrastati da un avversario che aveva più intensità , più voglia, più ardore agonistico. Sembrava di rivivere “l’incubo del mercoledì” andato in scena a Roccella, e se il risultato fosse stato lo stesso, ovvero 3-0 a favore dei padroni di casa, non ci sarebbe stato nulla da ridire. Rispetto a Roccella tuttavia, non si può parlare di condizione fisica che ancora deve crescere, di equilibri da trovare, di amalgama del gruppo. Non dopo 13 giornate. Trenta minuti inconcepibili, inspiegabili, quasi delittuosi. “Come si fa a giocare così, in una partita che ti dovrebbe vedere carico a mille? Come si fa a farsi mettere sotto in questo modo, dopo una settimana che ti aveva visto incamerare 6 punti nel giro di quattro giorni?”.  Questa la domanda, ovviamente senza risposta, che ci siamo fatti all’Aldo Binanti per tanti, tantissimi minuti. Reggio Calabria troppo statica dietro e prevedibile al momento di far girare il pallone, con Tiboni da solo lottare in mezzo al deserto e Lavrendi unico a provare a cambiar ritmo.
La differenza, rispetto al Ninetto Muscolo, è che stavolta al riposo si è andati sul punteggio di parità . Merito della parata da fenomeno di Licastro, unita a qualche errore di imprecisione degli avanti rossazzurri. Il gol dell’1-1 invece, è stato frutto di due fiammate sporadiche, e non di una reazione o del gioco ritrovato, basti pensare che il rigore del pari porta la firma di uno dei peggiori in campo, ovvero Arena.
E’ vero, nella ripresa qualcosa di più si è visto, ed in almeno due occasioni gli amaranto sono stati traditi dalla stessa “Dea Bendata” che aveva così tanto sorriso nel corso della prima frazione. Ma non basta, non è sufficiente affinché si possa essere ottimisti al di là del risultato. Da Scordia, si torna dunque con la netta consapevolezza di aver fatto un passo indietro. O meglio, un altro passo indietro. Speravamo di non dover più parlare di avversari non certo irresistibili e comunque non superiori tecnicamente, che ti mettono sotto sul piano della determinazione. Invece ci risiamo, e sinceramente sta diventando una disamina troppo irritante.
Archiviata quest’altra pagina decisamente amara, adesso sotto con la Palmese, che si presenterà a Reggio dopo l’imbarcata casalinga subita ad opera dell’Agropoli. La speranza è di ritrovare la “verve da Granillo” vista contro Vibonese e Gragnano, ma anche in questo caso, è bene sottolinearlo, per quanto ci riguarda l’obiettivo deve essere soltanto uno: battere il diretto avversario per scavalcarlo in classifica, e continuare ad allontanarsi dalle zone calde. Ad oggi, non ci sono assolutamente gli elementi per poter pensare ad altro. Ad oggi, questa squadra deve assolutamente imparare a conoscere una parola finora assente dal proprio vocabolario: continuità .
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