Corre l’anno 2010 e dopo sei stagioni di inattività, torna il calcio a Villa San Giovanni: il progetto riparte dalla Terza Categoria. La guida tecnica viene affidata a Salvatore Porcino. Campionato dominato e meritatamente vinto. Poi l’acquisizione di un titolo di Prima Categoria ed un infinito testa a testa con la Deliese. La promozione, però, si decide al “Santoro”: davanti ad una splendida cornice di pubblico la Villese stravince il confronto e allunga sui rivali. Il primo posto è ormai cosa fatta.
“Ripartimmo dalla Terza Categoria con l’intento di crescere ed iniziare un nuovo ciclo – esordisce mister Porcino – Fu un anno vincente e la società decise di regalarsi la Prima Categoria, rilevando il titolo di una formazione militante nel campionato. Allestimmo una rosa che potesse competere sin da subito con le più attrezzate del torneo e fino alla gara casalinga contro la Deliese fu un emozionante duello. Distavamo cinque punti l’una dall’altra e grazie alla vittoria contro gli amaranto capimmo che la promozione era ormai una formalità”.
La qualità, in quella squadra, era di casa: “Si era creata una bella atmosfera all’interno del gruppo e, presi singolarmente, disponevo di una rosa importante. Rachid, quello della promozione, incantava a suon di gol e giocate, nonostante non fosse più un ragazzino. Il suo compagno di reparto, Passalacqua, è uno dei giocatori più completi che abbia mai allenato. Ha dei colpi di testa che a volte lo penalizzano, ma, se motivato, è di altre categorie. La vera sorpresa è stata Peppe Cosoleto e sono contento di essere riuscito a lanciarlo verso palcoscenici più importanti”.
Per Porcino , però, la partita più importante di quell’annata fu il derby a Bagnara. “Era importante dare un segnale alle nostre inseguitrici. Il “Comunale” era una bolgia e a decidere l’incontro fu Riccardo Benedetto. Negli istanti successivi alla vittoria prendemmo coscienza di ciò che avevamo realizzato e accrebbe la consapevolezza che quello era l’anno giusto”.
Il 4-4-2 è il suo marchio di fabbrica, ma un bravo allenatore si vede anche nella capacità di mischiare le carte a partita in corso e adattare la propria filosofia alle esigenze della squadra. “Vincemmo due campionati con il classico 4-4-2, anche se ero solito modificare lo schieramento durante il match. E’ di sicuro il modulo più pragmatico ed al tempo stesso ti permette di cambiare con più facilità”.
Avvertiamo una velata amarezza nel momento in cui parla della sua cittadina, Villa San Giovanni, che ha dimenticato troppo presto i successi ottenuti negli anni. Il presente, però, sono i Giovanissimi della Villese. E se arrivasse una chiamata dai più grandi? “Non mi tirerei di certo indietro. Allenare è il mio desiderio, sin da quando appesi le scarpe al chiodo”.
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