Genio e sregolatezza, talento e piedi raffinati. Basterebbero cinque parole per riassumere il “Postorino” calciatore. Star indiscussa del weekend del calcio dilettantistico, ha fatto ammattire l’intera retroguardia villese, vincendo la propria sfida personale e risultando decisivo nel derby del “Santoro”. Una doppietta che proietta l’Aurora ad un campionato di vertice e, se ce ne fosse bisogno, accresce le certezze in casa biancazzurra.
Nome: Antonino
Cognome: Postorino
Ruolo: Seconda punta/ala.
DOPPIETTA D’AUTORE – “E’ una vittoria molto importante e sono felice di essere stato io a decidere l’incontro. Le reti? La prima rete è scaturita da un cross di Centofanti indirizzato al sottoscritto, ho ciccato la palla, la quale fortunatamente è rimasta lì e sono riuscito a gonfiare la rete, riequilibrando le sorti del match. Nel finale la Villese ha peccato un po’ di presunzione, riversandosi completamente nella nostra metà campo e concedendo il fianco alle nostre ripartenze. In una dinamica molto simile si è sviluppato il gol-vittoria: recuperando palla al limite della nostra area di rigore ci siamo rapidamente portati dall’altro lato del campo ed io sono stato abile a fulminare il portiere con un tiro dai 20 metri”.
GESTO DI STIZZA – “In occasione del gol del momentaneo pareggio, come ho già raccontato, ho mancato il pieno impatto con la palla e i tifosi della Villese mi hanno riempito di fischi ed insulti, come è giusto che fosse. Dopo essermi però riuscito a coordinare e aver battuto il portiere ho avuto un gesto di stizza nei confronti del pubblico di fede neroverde, dettato sicuramente dal momento di nervosismo”.
AURORA, COME UNA FAMIGLIA – “I primi approcci con il pallone li ho avuti nelle giovanili della Reggina, in cui ho avuto modo di disputare tutti i campionati nazionali fino alla ‘Primavera’. Dopo cinque anni di amaranto, ho indossato la casacca dell’Hinterreggio. Si è trattato di due anni e mezzo intensi e ricchi di emozioni, che difficilmente dimenticherò. Da qui una breve e sfortunata parentesi a Gaeta, sempre in Serie D. Ho deciso così di fare ritorno in Calabria. Sei mesi con la maglia del Catona, poi il divorzio per via di qualche diverbio con il tecnico. Mi si è presentata così l’opportunità di approdare all’Aurora, squadra in cui mi sono preso i giusti tributi e dove ho trovato la mia dimensione. L’annata passata, però, l’esperienza molto positiva con il San Giuseppe, grazie al quale ho cullato il sogno play-off, svanito proprio sul più bello. Ho capito, però, che al cuor non si comanda. Ho scelto così di tornare nella mia “famiglia”, dai miei amici”.
L’IDOLO – “Da buon juventino quale sono non posso che dire Alessandro Del Piero: ha fatto la storia con la maglia bianconera. In verità mi ci rivedo in lui per qualche particolare, come ad esempio nei tiri comunemente chiamati “alla Del Piero” o nell’abilità di confezionare assist”.
FUORI DAGLI SCHEMI –“Chi è stato l’allenatore più importante della mia carriera credo di poterlo dire con certezza tra qualche anno, ma di sicuro mister Minniti è uno dei pochi che ha compreso come schierarmi nell’undici in campo. Ho molta libertà d’azione e negli ultimi trenta metri posso diventare letale nell’uno contro uno”.
TRA CALCIO ED AMICI – “Nel tempo libero sono solito uscire con i miei amici, nonché compagni di squadra. Ci conosciamo sin da bambini e tutto questo non può che essere un bene per la squadra. Sono comunque in attesa di trovare un lavoro, in considerazione del fatto che con il calcio non si vive a questi livelli. Futuro? E’ ancora presto per dirlo, spero che accada il più tardi possibile, ma una volta appese le scarpe al chiodo mi piacerebbe stare a stretto contatto con il mondo del football”.
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