Ci sono stati allenatori capaci di cambiare radicalmente il modo di stare in campo, di trasformare gli stadi in teatri, le partite in spettacoli. Ci sono stati allenatori pragmatici, che hanno preferito la sostanza alla qualità: nel calcio, come nella vita, si viene giudicati in base ai frutti raccolti, ai risultati conseguiti. E nessuno, credo, vorrebbe portarsi dietro l’etichetta di perdente. Giuseppe Giovinazzo di sicuro non appartiene a questa categoria. Il suo palmares è conseguenza di una accuratezza tattica e competenza tecnica. La Cittanovese, squadra di cui da due anni ne è l’allenatore, nell’ultima stagione è riuscita a conseguire la promozione nel massimo campionato regionale con tre turni d’anticipo. Prende vita, questa settimana, la rubrica “Storie di allenatori”: protagonista il tecnico taurianovese.
ANNATA STORICA – “Un campionato dominato, la mia Cittanovese è stata sempre al vertice del girone B di Promozione. La vittoria sulla Deliese ci ha resi consapevoli della nostra forza e ha dato un segnale forte alle inseguitrici. Espugnare un campo difficile come quello di Delianuova è stata la svolta della stagione”.
UNA CARRIERA VINCENTE… – “Iniziai ad allenare dodici anni fa, ma le grandi soddisfazioni arrivarono un po’ dopo. Sulla panchina dell’Hinterreggio vinsi il campionato di Eccellenza, la fase regionale di Coppa Italia ed anche quella nazionale, battendo in finale la Pro Settimo & Eureka. Uno storico triplete che ha rappresentato uno dei punti più alti della mia carriera. Tra le tante allenai Bocale, Praia, Taurianovese, squadra in cui sono tornato alla vittoria di un campionato (quello di Promozione, ndr), Palmese, Castrovillari in Serie D e per ultima la Cittanovese”.
…ED UNA MENTALITA’ VINCENTE – “Ogni tecnico ha una propria filosofia di gioco. A me piace schierare i miei calciatori con un 4-4-2 a trazione anteriore. Su uno dei due esterni di centrocampo sono solito infatti inserire un giocatore con caratteristiche offensive (ala o seconda punta), in modo da trasformare in fase di possesso lo schieramento tattico in un 4-3-3 o 4-2-4. A chi mi ispiro? Ammiro molto Fabio Capello e Francesco Guidolin, per la personalità e la capacità con cui riescono a trarre il meglio dagli uomini che hanno a disposizione”.
CRIACO SU TUTTI –“Se dovessi scegliere il giocatore migliore avuto in rosa, credo proprio che parlerei di Leo Criaco. Ho avuto il piacere di allenarlo all’Hinterreggio e da terzino mi garantiva copertura in fase difensiva e tanta spinta quando c’era da attaccare. Possedeva delle caratteristiche che nel calcio moderno fanno la differenza”.
“UN PAREGGIO” LA MIA VITTORIA PIU’ BELLA– “La gara che sotto l’aspetto emozionale mai potrò dimenticare è senza dubbio la trasferta di Termoli con la Taurianovese, in cui riuscimmo ad impattare per zero a zero e passare il turno. In uno stadio gremito i miei ragazzi si presentarono con la testa sgombera da ogni sorta di timore reverenziale, reggendo bene anche l’impatto emotivo”.
PER LA “D” CI SIAMO ANCHE NOI –“La nostra è una rosa competitiva, che possiede tutte le carte in regola per poter recitare un ruolo di primo piano. Certo, quello di quest’anno è un campionato tosto, con molte squadre sullo stesso livello, ma questo deve essere per noi uno stimolo in più per fare meglio”.
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