CROCE VALANIDI – Chi non segue tantissimo il calcio, e specialmente quello dilettantistico, si potrebbe domandare se la partita di oggi è un’amichevole estiva: 35° è quanto recita infatti il termometro, nonostante siamo già a fine settembre. No, non è così, il campionato di Promozione è già iniziato da due settimane, oggi si giocano gli anticipi della seconda giornata. Uno di questi è lo scontro al “Longhi Bovetto” tra Aurora e Africo, due compagini piene di entusiasmo: la prima, nonostante la sconfitta in quel di Siderno, ha rinnovato molto la rosa e non nasconde l’idea di poter puntare a qualcosa di più di una semplice salvezza. La seconda, da neopromossa, gode giustamente della fame e della voglia di affrontare la nuova categoria.
SCHIERAMENTI – Per i padroni di casa è il solo modulo a restare invariato (4-3-3), gli uomini invece cambiano: restano infatti in panchina i “pezzi grossi” Pangallo, Cangeri e Centofanti. A guidare l’attacco è Marino, con Postorino e Antonio Vazzana ai lati. Per gli ospiti 4-1-4-1 molto mobile, in quanto in fase d’attacco diventa 4-3-3 con Mollica e Leo Criaco a supportare Favasuli.
PRIMO TEMPO A DUE FACCE – Basta poco per intuire che i primi minuti le squadre non si vogliano far male: il gioco ristagna a centrocampo, pochi affondi e iniziative personali e difese abbastanza ordinate. Lo squillo che rompe gli equilibri avviene quando l’orologio recita l’undicesimo minuto: in seguito ad un calcio d’angolo, il veterano Leo Criaco mette in mezzo un pallone perfetto, che coglie impreparata la difesa locale. Ne approfitta il capitano Carbone, che colpisce di testa indisturbato e cambia il risultato. Vantaggio Africo al primo vero tiro in porta della partita. Ci si aspetterebbe una reazione per l’Aurora ma forse i calciatori sono ancora rimasti dentro gli spogliatoi. Fino a metà primo tempo, infatti, i padroni di casa non riescono minimamente ad impensierire la difesa ospite, che può controllare in modo tranquillo e ordinato. La chiave di svolta del match, però, è una saggia invenzione dei due mister: cambio di fascia tra Postorino e Antonio Vazzana. Da qui, la partita assume tutt’altra dimensione e le occasioni per i reggini iniziano a susseguirsi. Prima è Marino a mandare in confusione la difesa su servizio di Postorino, ma il suo tiro si stampa sulla traversa dopo la leggera e reattiva deviazione del portiere. Poi è Laganà a mettere fuori a porta spalancata, dopo un colpo di testa susseguente a calcio di punizione. Sono le prove del gol, che arriva puntuale al 25′: è Gattuso ad accentrarsi e a sferrare da 30 metri un bolide forte ma troppo centrale, che sembra facile preda del portiere. Non è così, vuoi per il sole, vuoi per la strana traiettoria, l’estremo difensore ospite non si sposta di un centimetro, vedendosi soltanto passare il pallone sopra la testa. E’ la marcatura che dà coraggio ai reggini, che prima dell’intervallo rischiano di raddoppiare ancora con il furetto Postorino.
PARTITA IN SOFFITTA – La prima frazione si apre esattamente come si era chiusa la seconda, con l’Aurora all’arrembaggio alla ricerca del gol. Passano appena 5 minuti e il difensore ospite Siciliano, in piena area, cade addosso ad Antonio Vazzana: per l’arbitro non ci sono dubbi, rigore ed ammonizione. Dal dischetto si presenta il capitano Favasuli, che non sbaglia, spiazzando Zangari e ribaltando il punteggio. A questo punto la partita vive una fase di stanca. Il caldo inizia a farsi sentire e i padroni di casa hanno intenzione di addormentare saggiamente la gara, riuscendoci alla grande. Ferri e Minniti inseriscono Cangeri per Marino, spostando il duttile Postorino al centro, quest’ultimo che fa poi posto a Pangallo. Dal canto loro, gli ospiti si sbilanciano forse eccessivamente: gli attaccanti sono addirittura 4, Grillo e Martino ai lati, Favasuli e Bruzzaniti al centro, ma tra difesa ed attacco c’è una voragine enorme che costringe i difensori a scavalcare il centrocampo con lanci lunghi, facili prede dei centrali reggini. La partita segue queste copione fino al tris dei biancoblù, che chiudono la gara a dieci minuti dalla fine. Questa volta è Antonio Vazzana a trovare una parabola forte e velenosa, su cui Zangari non può farci nulla, salvo che allungarsi e toccare vanamente.
E’ questo l’episodio che mette la parola fine al match. A conti fatti, la vittoria per Favasuli e compagni è più che meritata. Gli ospiti, specialmente nel secondo tempo, non sono stati in grado di impensierire in alcun modo la difesa reggina.
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