“Perché sei
viva, viva così come sei
quanta vita mi hai passato
e non la chiedi indietro mai”
Raccontavamo della scomparsa della Reggina solo tre giorni fa. Lo facevamo utilizzando la stessa foto scelta per questo editoriale e chiudendo con una citazione di un film di Luciano Ligabue; dalle parole dello stesso autore ripartiamo quest’oggi. Oggi che, tre giorni dopo il trapasso, per aggiungere una tonalità mistica ma ci auguriamo non blasfema, la Reggina è tornata alla vita.
La notizia, anticipata nel primo pomeriggio da ReggioNelPallone.it, di un accoglimento della richiesta amaranto circa una proroga dei tempi per l’iscrizione ha trovato piena conferma nel corso della conferenza stampa congiunta tenuta dal Sindaco Falcomatà con il presidente Foti e Mimmo Praticò. “Il regolamento della Lega Pro spiega che il campionato deve essere a 60 squadre. Abbiamo chiesto di non cancellare il nostro club, ed è quello che è successo. Siamo tornati a casa con i 3 punti, ma c’è ancora la gara di ritorno. Se adesso non siamo conseguenziali al tempo concesso, quella ottenuta sarà una vittoria di Pirro. Tutto il clima di passione e volontà di far vivere il calcio a Reggio, ora si deve tradurre in fatti concreti”, ha riassunto il primo cittadino.
Sì, la Reggina è ancora viva. L’ultimo verso della citazione di una delle più riuscite canzoni del cantautore emiliano non è, però, del tutto attinente. Questa volta, il club, ha bisogno della sua gente. La scadenza è chiara e definitiva. In 10 giorni la Reggina si gioca tutto: entro il 27 luglio bisognerà onorare tutti gli impegni per esser regolarmente al via nel prossimo campionato di Lega Pro. Il traguardo da raggiungere, reso noto dai protagonisti di questa vicenda, è di 1.500.000 euro.
Esiste già una base di professionisti e imprenditori che hanno dato la loro disponibilità . Qualora dovesse esser confermata, e tradotta dunque in bonifici, la somma necessaria per la sopravvivenza della Reggina sarebbe più o meno dimezzata. Tutti, nessuno escluso, potranno essere (e dovranno sentirsi tali) utili alla riuscita di un’impresa – quella della continuazione della storia amaranto – ancora possibile. “Non abbiamo milioni di euro per intervenire e risolvere autonomamente il problema – ha spiegato Mimmo Praticò – ciò che abbiamo è la passione e la ferma determinazione di tenere in vita la Reggina. Ringrazio i tifosi, che nella loro eccezionale dignità mi hanno dato disponibilità a mettere anche piccole cifre in questi giorni. Ho riscoperto l’entusiasmo della nostra gente, l’attaccamento viscerale, commovente della nostra città verso il suo simbolo sportivo”.
Reggio, unita, può farcela ancora una volta. Attraverso le sinergie positive di un ambiente adesso pienamente consapevole della gravità , dell’eccezionalità , della storicità del momento vissuto l’epilogo potrà essere felice. Contro ogni pronostico, la Reggina potrebbe mantenere il professionismo e contemporaneamente lanciarsi in una nuova fase. Foti l’ha detto chiaramente, il suo percorso finisce qui. Comunque vada, dal 28 luglio, sarà fuori dalla Reggina che verrà . La penna per scrivere la storia resta, come sarebbe stato in caso di fallimento, in mano all’ambiente. Gli alibi sono finiti. Restano gli interrogativi, certo, su quali capacità potrà avere la “nuova” società che si sta costituendo per onorare i debiti contratti dal club e che si protrarranno anche nei prossimi anni, oneri che senza una base economica estremamente solida condannerebbero comunque la Reggina. Nell’incontro odierno, non una vera conferenza stampa con la sala del Comune gremita di appassionati e tifosi, non c’è stato modo di approfondire il tema che, tuttavia, non è di stretta pertinenza al momento.
Oggi c’è da salvare la Reggina ed è romantico realizzare come quella della sua gente sia l’unica strada percorribile, l’unica forza in campo capace di far la differenza. E’ stata lanciata l’idea di una sottoscrizione popolare, una campagna abbonamenti “dell’amore” a fondo perduto non avendo ancora certezza della possibilità di disputare un campionato, una raccolta fondi della tifoseria per sostenere così la propria maglia. Idee, ipotesi, progetti in divenire. Ciò che è certo è che l’apporto richiesto al popolo amaranto, in questa fase, non è economico. O meglio, non solo. E’ fondamentale mantenere alta questa attenzione, questa passione, questa voglia di partecipare tangibile in ogni angolo della città in questi giorni. La salvezza della Reggina passa, prima di tutto, dalla sua gente.
Tutto è ancora possibile, la Reggina – intesa come sintesi di club, comunità che rappresenta e territorio – è artefice del proprio destino. “Questa cosa non passa”, aveva detto Tavecchio prima di ascoltare le ragioni esposte quest’oggi dal Sindaco Falcomatà . Si è ricreduto. I calabresi vengono fuori nei momenti difficili. La Reggina, per Reggio, vuol dire tanto. Tantissimo.
“Questa qua è per teÂ
che non ti puoi spegnere”.
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