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“I PADRONI DELLO STRETTO SIAMO NOI”. Reggio salva, Messina si colora d’amaranto

“I PADRONI DELLO STRETTO SIAMO NOI”. Reggio salva, Messina si colora d’amaranto
Lega Pro
30/05/2015 17:34 | A cura di Ferdinando Ielasi
Messina-Reggina, il commento alla gara: gli amaranto passano anche al San Filippo, regalando al loro popolo il più bello degli epiloghi.

Si, i Padroni dello Stretto siamo noi. Perché questo non è un giorno come gli altri. No, questo è di più. Molto, molto di più. E’ il momento che ti ripaga di tante sofferenze ed amarezze, è la magia che trasforma le macerie in bandiere amaranto. Oggi, sabato 30 maggio, è il giorno che ti riporta a quando eri bambino e per la prima volta ti sei innamorato della squadra della tua città. E’ il giorno che ti fa battere dentro il cuore un sentimento autentico che va da padre in figlio. E’ il giorno che vede la Reggina salvare il calcio professionistico, sbacando Messina a distanza di 26 anni. No, oggi non si è vinta una partita. Oggi Reggio ha riscritto la storia. Una storia bellissima…

COSI’ DALL’INIZIO- Tedesco conferma quasi tutta la squadra che ha vinto il derby di andata, ma l’unico cambio sposta di parecchio l’assetto amaranto: c’è Ungaro dal primo minuto, Di Michele parte dalla panchina e Benedetti viene avanzato sulla linea di centrocampo. Sul fronte peloritano, Di Costanzo se la gioca con Ciciretti trequartista alle spalle delle due punte: accanto all’inamovibile Corona c’è Orlando, che ha già ‘purgato’ la Reggina nel derby di andata.

COLPO SU COLPO- Il pallone è rovente, così come nelle previsioni il ritorno dei playout si basa tutto sui nervi e pochissimo sulle giocate. Il primo brivido lo crea Corona, ma il suo tiro a giro, al 6′, finisce a lato non di molto. La difesa eretta da Tedesco legge alla perfezione ogni movimento dei giallorossi, il Messina non passa mai, e quando il duo Corona-Orlando riesce finalmente ad accendersi, il capitano dei peloritani viene fermato per fuorigioco. Sull’altro versante, Benedetti poco dopo la mezz’ora sfonda a sinistra, ma al momento del tocco per Viola l’emozione gioca brutti scherzi e l’azione sfuma. Un istante dopo, le prime avvisaglie di ciò che succederà negli spogliatoi: Berardi esce dalla porta per andare a muso duro sullo stesso Benedetti, ne segue un capannello che porta il direttore di gara ad estrarre il giallo sia per l’esterno amaranto che per Stefani. Sul finire del primo tempo, Insigne e Viola mettono i brividi al San Filippo, ma in ben due occasioni l’attaccante di Taurianova, a due passi dal portiere avversario, non riesce a trovare per un soffio il tempo della conclusione (nel primo caso, l’intervento difensivo di Stefani lascia qualche dubbio).

POLVERIERA SAN FILIPPO- Al duplice fischio di Marianini, negli spogliatoi gli animi si surriscaldano ulteriormente. La ripresa inizia con almeno 10 minuti di ritardo, le prime notizie parlano di una rissa che una volta sedata porta all’espulsione di Tedesco. La Reggina ricomincia in una autentica polveriera, e per giunta senza il suo allenatore. La Curva Sud di Messina comincia a tirare in campo di tutto, ma il migliaio di reggini presenti nel settore ospiti continuano a sostenere incessantemente Cirillo e compagni.

DA LI’ NON SI PASSA…Al 3′, Insigne ha una palla d’oro dopo uno sbandamento pauroso della retroguardia siciliana, ma anche in questo caso l’azione sfuma. Il derby dello Stretto ormai è un rodeo: non è più roba per calciatori, ma per gladiatori. Al 10′, l’episodio che sembra spostare gli equilibri verso l’undici di Di Costanzo (che aveva inserito immediatamente Donnarumma per Stefani). Benedetti, già ammonito, trattiene platealmente il diretto avversario dopo aver perso palla, beccandosi il secondo giallo. Amaranto in 10, si fa sempre più dura, si fa durissima…Davanti a Belardi spuntano maglie giallorosse da tutte le parti, al 14′ su un traversone basso di Donnarumma la difesa reggina sfiora l’autorete. Sul calcio d’angolo che ne scaturisce, Benevenga ha un’autostrada per mettere in rete il pallone del vantaggio messinese: un attimo, una fitta interminabile, prima di vedere il suo tiro sorvolare la traversa. Tedesco corre ai ripari, dentro un altro difensore, Magri, per Alessio Viola.  Il Messina comincia a perdere ogni tipo di convinzione, le idee sono sempre di meno. Nei peloritani l’unico ad avere lucidità è Ciciretti, ma il suo doppio tentativo difetta in precisione.

MINUTO 87, QUI SI FA LA STORIA– Al 34′ Orlando riesce per la prima volta a trovare lo spazio giusto: i 7.000 messinesi sono pronti ad esultare, ma tra la salvezza del Messina e l’incubo amaranto c’è Emanuele Belardi, che nel giorno del suo addio al calcio si regala la parata della vita. I minuti non passano mai, i secondi sembrano ore. Fino all’87, fino al momento che riscrive definitivamente la storia. Balistreri, entrato al posto di Insigne, gira  di testa alla destra di Berardi, che non ci può arrivare. Messina ammutolita, Reggio Calabria impazzisce di gioia. Si, ha segnato Balistreri, quello che non era riuscito mai ad inquadrare la porta, quello che era finito col diventare un oggetto misterioso. Ha segnato Balistreri, il suo nome entra nella leggenda della Reggio calcistica: una favola, nella favola. Il resto, è il proseguimento di una corrida. I supporters giallorossi vedono la D in faccia, mentre il settore ospiti diventa il Carnevale di Rio. La Reggina chiude addirittura in nove per il doppio giallo ad Aronica, le torce lanciate dagli Ultras locali costringono l’arbitro a sospendere il gioco. Si riprende dopo cinque minuti, ma la trincea amaranto continua a concedere soltanto le briciole. Poi, il triplice fischio: tutti sotto il settore ospiti, tutti a prendersi la gloria…

Uno degli anni più brutti per il calcio reggino, si trasforma in un qualcosa di magico. Derby, salvezza e lacrime di gioia: GRAZIE RAGAZZI.

Ferdinando Ielasi
Giornalista pubblicista, Direttore Responsabile di Rnp. Già collaboratore di Calabria Ora, da settembre 2014 conduce Tutti figli di Pianca su Radio Touring 104.

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