PRONOSTICO A SENSO UNICO – Nelle previsioni degli addetti ai lavori, il match del Pinto assomiglia ad un esibizione-show di pugilato. Da un lato, acclamato dal pubblico di casa, il campione dei pesi massimi, oggi la Casertana. Nell’angolo opposto, pantaloncini sgualciti e destino segnato c’è la Reggina, nei panni del malcapitato sparring partner di giornata.
Un dato riassume fedelmente l’oggettivo sentore sullo sviluppo della sfida: più d’una agenzia italiana non ha addirittura accettato scommesse sull’incontro…
Un dato riassume fedelmente l’oggettivo sentore sullo sviluppo della sfida: più d’una agenzia italiana non ha addirittura accettato scommesse sull’incontro…
PARADISO E INFERNO – Di fronte, la Casertana che vive uno dei momenti più felici non solo del campionato ma della propria storia recente: terzo posto in classifica, concrete mire promozione, quattro vittorie consecutive senza subire gol e apoteosi nell’ultimo turno con il successo al 95′ nel derby con la Salernitana. Ad opporsi ai lanciatissimi uomini di Campilongo, gli amaranto reduci da una vittoria confortante ma pur sempre ultimi e con un organico decimato come se la truppa di Alberti fosse reduce da Waterloo. L’elenco dei convocati è assimilabile a quello della Berretti (assenti a vario titolo Rizzo, Dall’Oglio, Maita, Di Michele, Ungaro, Camilleri, Belardi e Cirillo). L’età media dell’undici iniziale è da teenager ma ad esser desolante è il bottino di gare giocate tra i professionisti fino ad oggi.
Insomma, la Reggina arriva così sfavorita all’incontro che sembra quasi un successo che, al fischio d’inizio, le due squadre siano ancora sullo 0-0.
ALBERTI ABBASSA LA SARACINESCA – Che il risultato ad occhiali, peraltro, sia l’obiettivo cui fortissimamente, ed inevitabilmente, mira la Reggina è subito limpido dalle scelte di Alberti e dall’atteggiamento tattico degli uomini in campo. Riepilogando: il tecnico amaranto lascia in tribuna Insigne (cessione in vista?) e fa accomodare in panchina Louzada, come previsto, e Viola. La rinuncia a quest’ultimo sorprende alla luce della buona prova con il Martina e del suo sostituto, il classe ’97 Lancia, con Masini dirottato in posizione di ala destra del 4-1-4-1. L’emergenza in difesa è risolta con Scionti terzino e Armellino centrale accanto a Di Lorenzo. Confermati, e non poteva esser altrimenti, Mazzone, Maimone e Gjuci, c’è finalmente spazio anche per Condemi.
AMARANTO IN 10 – La prima frazione è riassunta da due fotografie. La prima, possesso palla casertano e Reggina interamente dietro la linea del pallone con il centravanti, Lancia, in pressing sul regista dei falchetti. La seconda, l’evento che decide definitivamente l’inerzia del match: Mazzone viene espluso dopo 20′ per una durissima entrata su Cruciani che vale un rosso diretto ineccepibile. Detto del gesto censurabile ma altrettanto certi dell’assoluta mancanza di cattiveria, agli occhi della tifoseria non potrà che esser più facilmente perdonabile un eccesso di foga rispetto alla precedente, imbarazzante mancanza di verve…
BATTAGLIA – Tatticamente e tecnicamente, invece, la partita è pressoché muta: una Reggina votata al sacrificio, encomiabile per attenzione e sudore, si mette a protezione del fortino con la Casertana che sì, pianta le tende nella metà campo amaranto, ma si limita a seguire uno spartito scolastico che prevede la catapulta di palloni vuoti in area di rigore, innumerevoli cross puntualmente respinti dagli uomini di Alberti. Uniche variazioni sul tema, conclusioni dalla distanza controllate da un sicurissimo Kovacsik.
CHE CUORE – I minuti scorrono, gli ultimi sono palpitanti perchè il risultato è in bilico, non certo per la pressione della Casertana che resta lenta, soffocata da una Reggina che fa solo una fase, quella passiva, ma in modo eccellente. Commovente. Al secondo minuto di recupero i padroni di casa trovano la prima, ed unica, occasione della gara ma il pallone sputato da un rimpallo in area bacia la linea di porta ed esce. Sarebbe stata un’ingiustizia, una violenza per le energie profuse da una Reggina giovane ed eroica.
No, l’incontro non è andato come previsto da molti. Quello che doveva essere lo sparring-partner esce con le braccia al cielo. Nella giornata che chiude un Centenario drammatico, la Reggina si regala un punto di cui andare fieri per il compleanno 101 che festeggerà domani: il pareggio del Pinto vale come, forse più, di una vittoria.
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