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30 maggio 1999, terzultima giornata del torno cadetto. Dopo il deludente pareggio casalingo col Genoa, la Reggina si gioca una storica promozione proprio nello stadio dove il grande sognò sfumò dieci anni prima al termine di un ‘drammatico’ spareggio con la Cremonese deciso dai calci di rigore. Ad attendere i ragazzi di Bolchi (subentrato da 3 settimane a Gustinetti), c’è il Pescara di Gigi De Canio, che occupa il quarto posto insieme agli amaranto. A proposito di allenatori, nelle fila locali milita un calciatore che di strada in panchina ne avrebbe fatta parecchia, ovvero Massimiliano Allegri.
Lo stadio Adriatico è stracolmo di bandiere e palloncini biancazzurri, mentre a sostenere Giacchetta e compagni ci sono 500 reggini (nella foto), i quali ricordano con uno striscione i 4 tifosi salernitani scomparsi drammaticamente la settimana prima, al ritorno della trasferta di Piacenza. Com’era nelle previsioni, gli abruzzesi provano subito a fare la partita, e la Reggina si chiude a protezione di un pareggio che farebbe comodo, affidandosi alle ripartenze. Ad aprire le danze è Sullo, che mette i brividi ad Orlandoni per due volte: nella prima occasione il portiere amaranto è bravo a distendersi e respingere alla sua sinistra, nella seconda il pallone sfiora il palo alla sua destra. La fine della favola, sembra materializzarsi quando Poli entra fuori tempo su Luiso, ed il signor Tombolini indica giustamente gli undici metri: lo stesso Luiso esulta come se avesse fatto un gol, il Pescara è pronto a mettere le mani sulla massima serie. Dal dischetto ci và uno specialista assoluto come Gelsi, che si incarica della battuta proprio sul lato Curva Nord, dove nel 1989 furono calciati i penalty di Reggina-Cremonese. Reggio trema, ma dalla paura al sollievo il passo è breve: la pessima esecuzione del centrocampista termina abbondantemente a lato, si va al riposo sullo 0-0.
Al rientro dagli spogliatoi, i padroni di casa appaiono subito frastornati dall’errire di Gelsi, e dopo soli 4 minuti accade quello che non t’aspetti. Il cross dalla trequarti di Cozza sembra facile preda di Bordoni, ma Cannarsa, nonostante si trovi libero da qualsiasi pressione o contrasto, anticipa di testa il proprio portiere e sigla un incredibile autogol. Il settore ospite esplode, sul resto dell’Adriatico cala il gelo. De Canio non ci sta, ed allora fuori un centrocampista, Melosi, e dentro un altro attaccante, Pisano. L’undici pescarese si riversa nella metà campo reggina, ma lo fa senza alcuna incisività . A 9 minuti dalla fine, dopo aver resistito a denti stretti, gli amaranto servono il conto. Possanzini vola in campo aperto e batte a rete, dopo aver scartato Bordoni; il salvataggio alla disperata di Gelsi dura un attimo, perchè il pallone torna tra i piedi dell’attaccante lombardo, che stavolta fa centro. Finisce 0-2, la Reggina è attesa in città da 70.000 persone. Due settimane dopo saranno quasi il doppio, per l’inizio della festa definitiva….
Di seguito, il tabellino della gara.
PESCARA-REGGINA 0-2
Pescara: Bordoni, Galeoto, Cannarsa, Allegri, Lambertini (22′ st Baldi), Rachini, Gelsi, Melosi (14′ st Pisano), Sullo, Luiso, Esposito. Allenatore: De Canio.
Reggina: Orlandoni, Ziliani, Di Sole, Giacchetta, Sussi, Martino, Firmani (16′ st Cirillo), Cozza (32′ st Briano), Poli, Pinciarelli, Possanzini (37′ st Artico). Allenatore: Bolchi.
Arbitro: Tombolini di Ancona.
Marcatori: 49′ aut. Cannarsa, 81′ Possanzini.
Note- Spettatori 21.000 circa, di cui 500 ospiti. Ammoniti: Di Sole (R) e Luiso (P) per gioco falloso, Poli (R) per proteste. Recupero: 1′ pt; 4′ st.
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f.i.-rnp
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