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Così come successo il 24 ottobre scorso, la rubrica degli ex amaranto viene dedicata a due attaccanti che hanno lasciato bei ricordi un pò ovunque, tranne che a Reggio…
CHRISTIAN STUANI
Nato a Canelones (Uruguay) il 12 dicembre 1986
Ruolo: attaccante
La carriera in riva allo Stretto- La Reggina lo acquista nell’estate del 2007, ma tra rinvii e questioni burocratiche, il suo arrivo in Calabria è rinviato al gennaio del 2008. L’arrivo di Stuani è accompagnato da un’attesa quasi spasmodica, visto che in patria, il giovane attaccante si è guadagnato la fama di vera e propria macchina del gol: 35 centri tra Bella Vista e Danubio, accumulati in sole 34 presenze. Debutta ad Empoli il 12 gennaio 2008, entrando al 60′: un paio di numeri interessanti, seguiti da una bella azione che lo porta a tu per tu con Balli, bravo a sbarrargli la strada. L’inizio sembra davvero promettente, ma i numeri impressionanti del campionato uruguaiano, finiscono col diventare un pallido ricordo. Dopo una prova impalpabile a Bergamo, durata solo 50 minuti, Stuani comincia a fare i conti con la panchina, fino a diventare un oggetto misterioso. Sedici presenze in un anno e mezzo, accompagnate da un solo gol, siglato dal dischetto contro il Siena, in una partita assolutamente inutile (si giocava per l’ultima giornata, con la Reggina era già matematicamente retrocessa). Dal 2009 in poi, viene parcheggiato nel campionato spagnolo, e lì ricomincia a fare gol (39, tra Albacete, Levante e Racing Santander). Quest’estate, dopo che per qualche settimana si era fatta avanti l’ipotesi di un suo inserimento nella Reggina di Dionigi, arriva la cessione definitiva, con l’Espanyol che lo soffia in extremis al Deportivo La Coruna.
La copertina: Espanyol-Real Madrid 1-1. Il cronometro ha appena raggiunto i primi 22 minuti di gara, quando nell’area dei ‘galacticos’ di Mourinho spiove un calcio d’angolo proveniente dalla destra. Sergio Garcia è bravo a far si che la sfera non si perda sul fondo, rimettendola al centro, laddove Xabi Alonso è in ritardo nella chiusura: appostato all’altezza dell’area piccola c’è Stuani, che con un sinistro immediato non lascia scampo a Lopez, nonostante il disperato tentativo di salvataggio di Essien. I 30.000 del ‘Cornellà -El Prat” esplodono, mentre tutti i calciatori biancazzurri corrono ad abbracciare l’attaccante uruguaiano. Un guizzo d’autore, che da un lato non vale la vittoria (nella ripresa, arriverà il pari di Higuain), ma dall’altro serve ad incrementare il bottino di gol stagionali, salito a quota 7. I cugini del Barcellona ringraziano, visto che il pareggio del Real consegna matematicamente ai blaugrana la 22esima Liga.
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DANIELE CACIA
Nato a Catanzaro il 23 agosto del 1983
Ruolo: attaccante
La carriera in riva allo Stretto- Arriva a Reggio nel 2010, in prestito, durante il rush finale del mercato estivo. Considerato uno dei tanti colpi a disposizione della ‘corazzata’ di Novellino, comincia nel migliore dei modi: al debutto da titolare infatti, trova subito la rete in quel di Mantova, con una splendida rasoiata che finisce sotto l’incrocio. Poi però, naufraga completamente insieme al resto della squadra: pochissimi gli acuti (uno di questi, vale il primo dei due gol con cui gli amaranto battono il Piacenza), tante le panchine e le prestazioni insufficienti. Il flop, matura definitivamente all’ultima giornata di andata, in casa dell’Albinoleffe: sul punteggio di 0-0, Cacia sbaglia il rigore che avrebbe potuto portare in vantaggio la Reggina, per un match che alla fine terminerà con l’ennesima sconfitta. I proclami estivi dunque, si trasformano in fischi sonori, ed a Giugno arriva quasi scontato l’addio: per la punta catanzarese, il bilancio complessivo è di 27 presenze e 4 reti.
La copertina: Juve Stabia-Verona 0-3. Ventiquattro gol in 38 gare, Ardemagni nuovamente staccato in cima alla classifica dei cannonieri cadetti. L’ennesimo sabato da incorniciare comincia dopo soli 4 minuti, quando sfrutta un illuminante lancio di Gomez unito alla distrazione della difesa stabiese, e si presenta a mezzo metro da Nocchi: l’occasione è troppo ghiotta per non essere sfruttata, il tocco ravvicinato non dà scampo al portiere avversario e porta subito avanti l’undici di Mandorlini. Al 32′ la scena si ripete, ma questa volta il tiro da due passi si perde alto sopra la traversa. Al 7′ della ripresa, il capolavoro. Cacia ‘danza’ sul pallone in mezzo a due avversari, superandoli nello spazio di pochi centimetri e convergendo da sinistra verso il centro: il rasoterra che ne segue, poco potente ma allo stesso tempo molto preciso, si infila alla destra di Nocchi. Lo 0-2 mette manda in tilt la Juve Stabia e mette le ali agli scaligeri, che da lì a poco troveranno anche il tris con Martinho. Il ritorno in A dell’Hellas Verona, non è mai stato così vicino: con un Cacia così, c’è davvero poco da stupirsi…
f.i.-rnp
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