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4-4-2 PER L’ULTIMA IN CASA – Per l’ultimo, importantissimo, snodo casalingo della stagione, Pillon ripropone il 4-4-2, affidando al duo Antonazzo-D’Alessandro le chiavi di destra, con Rizzato e Barillà sul versante opposto. Appare come la scelta più sensata per limitare la pericolosità laterale degli interpreti biancorossi, visto che Gimenez e Foglio vestono di imprevedibilità la creatura di Moriero, rimpinguando una trequarti completata dall’intercambiabilità di Piovaccari e Coulibaly che si spostano centralmente. Pillon lascia, inoltre, Ely in panchina, preferendo al centrale brasiliano Bergamelli: con Adejo, l’ex Albinoleffe chiude il pacchetto arretrato. A centrocampo confermati Hetemaj e Colucci, cervello e muscoli per limitare Obodo e Brugman. Gerari e Di Michele i terminali della Reggina.
PRIMO TEMPO ANONIMO – Gara molto equilibrata nel primo tempo. La differenza di motivazioni non si vede, e da segnalare c’è davvero poco. Barillà prova a scardinare  la resistenza toscana con un bolide dai trenta metri, palla a lato non di molto. Il Grosseto non fa riscontrare una arrendevolezza comunque comprensibile, e fa il suo impegnando in più di una occasione la retroguardia locale. A fine primo tempo si registra un doppio avvicendamento. Sono prima gli amaranto a dover rinunciare a una pedina: D’Alessandro è costretto a dare forfait per una contrattura, al suo posto Fischnaller. Anche Moriero deve spendere un cambio, quando al 37′ Foglio è costretto a uscire per Mandorlini.
IL GROSSETO SURCLASSA LA REGGINA – L’avvio di ripresa è un monologo grossetano. Gli uomini di Moriero tutto sembrano, fuorché una squadra già in vacanza. E per quanto visto, meritebbero il vantaggio, visto che prima con Piovaccari poi con Som fanno tremare il Granillo. La fortuna e un buon intervento di Baiocco evitano agli amaranto di fare i conti nuovamente con un forziere pieno di fantasmi.
L’ORGOGLIO RITROVATO – Come successo a Cittadella, la Reggina riserva alla parte finale del match quell’orgoglio e quell’intensità necessaria per vincere. Importante cambio motivazionale, il tempo che scorre ricarica -o carica, effettivamente- le pile di una squadra fino a quel momento spenta. Dal sessantesimo in poi, Di Michele e compagni costruiscono una serie di palle gol che oscillano dalla percussione di Fischnaller al bolide di Gerardi, fino alla straordinaria rovesciata dello stesso attaccante di Guidonia che Lanni alza sulla traversa.
LA PERLA DELL’UOMO IN PIU’ – Approfittando delle continue amnesie sulle corsie laterali del Grosseto, la Reggina morde i fianchi di una squadra, quella toscana, che dopo l’iniziale  mordente, sembra davvero accontentarsi. Serve il colpo di genio di un trascinatore, però, per poter festeggiare tre punti fondamentali. Al 40′ Hetemaj viene colpito al limite dell’area: della battuta della punizione si incarica Di Michele, che disegna un tracciante che illumina un arcobaleno grande davvero quanto una salvezza. Il gol fa esplodere il Granillo: a Vicenza basterà un pareggio. Crederci, ora più che mai, passeggiando sull’arcobaleno…
Francesco Mansueto – Reggionelpallone.it
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