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All’inferno e ritorno. In una gara in cui è successo veramente di tutto, la Reggina ottiene l’ennesimo pari in rimonta: errori, fortuna e testardaggine, per un epilogo di quelli che ti lasciano davvero incredulo.
RIECCO SARNO– I risultati del pomeriggio, mettono ancora più apprensione alle due squadre, entrambe in emergenza tra infortuni e squalifiche: il Livorno ha visto il Verona piombare a meno uno, la Reggina, scavalcata dal Bari, è terzultima insieme al Vicenza. In un Armando Picchi che a dispetto della classifica presenta larghissimi vuoti, Dionigi sorprende ancora una volta nella scelta degli uomini: in mezzo al campo c’è Armellino e non Barillà , sulla trequarti Sarno scavalca Bombagi e come terminale offensivo Gerardi viene preferito a Comi. Nei labronici, l’unica novità è rappresentata da Molinelli, che va a far coppia con Duncan al posto di Lambrughi.
DAL SOGNO ALL’INCUBO-La classica fase di studio si interrompe all’11’, quando Bergamelli è bravissimo nella deviazione in corner, con Schiattarella che già pensava alla facile deviazione da due passi. Il tempo di un altro giro di lancetta, e Paulinho si divora la prima palla gol del match, mandando alto di testa da ottima posizione. Proprio l’attaccante brasiliano, si rende protagonista anche al 27′, spedendo sul fondo una bellissima azione in velocità orchestrata dall’asse Salviato-Dionisi. La Reggina inizia a soffrire sul serio, facendo fatica soprattutto quando si tratta di ribaltare l’azione. Al 29′, Dionisi è lesto nel prendere palla ad un ingeniu Bergamelli, ma invece che scaricare al centro per Paulinho, grazia Baiocco con un’improbabile tiro da posizione defilata, che si spegne sopra la traversa. Proprio quando le nubi livornesi cominciano a farsi decisamente troppo minacciose, arriva il gol di Rizzato: siamo al 33′, quando Sarno (che fin lì aveva faticato parecchio ad ‘accendersi’) inventa un taglio geniale per il capitano, sulla cui botta di prima invenzione Fiorillo la combina grossa, facendosi sfuggire il pallone dalle mani. Una manna dal cielo per la compagine dello Stretto, che dalle parti del portiere ospite si era fatta vedere solo al 15′, con Di Michele che per poco non aveva approfittato dello sciagurato retropassaggio di Decarli. Il vantaggio però, dura appena sette minuti. Hetemaj, quasi come fosse colpito da un raptus di follia, stende inutilmente Schiattarella sugli sviluppi di una rimessa laterale: rigore netto, con Dionisi che trasforma e mostra una maglietta dedicata allo sfortunato Siligardi. Altro giro, altra corsa, altro suicidio: al 43′, Adejo si perde incredibilmente Paulinho sul cross di Salviato, e per il centravanti è un gioco da ragazzi infilare sotto misura.
ANCORA LORO-La ripresa, inizia in maniera benaugurante. Tra il 4′ ed il 5′ infatti, prima Fiorillo devia in angolo un pericolosissimo tiro a giro di Di Di Michele, e poi lo stesso ‘folletto’ di Guidonia mette una palla d’oro per Gerardi, che non ci arriva per questione di millimetri. Rizzato e compagni insistono, ed al 9′ confezionano la terza occasione: Di Michele stavolta ci prova di testa, ma la mira è leggermente imprecisa. Il Livorno però, non sta certo a guardare. All’11’ Salviato crossa e Paulinho torna a concludere in beata solitudine, schiacciando di testa: anche in questo caso, il gol non arriva per pochi centimetri. Così come la difesa, anche il centrocampo reggino sembra andare in apena: al 16′ Duncan si fa quaranta metri palla al piede senza trovare alcun ostacolo, prima di sfiorare il palo alla destra di Baiocco. Al 17′, sul Picchi sembra calare il sipario: Salviato vede e serve Dionisi, il quale controlla e lascia partire una botta che sorprende Baiocco sul suo palo. Paulinho-Dionisi, proprio come all’andata: ma stavolta non finisce qui…
DA NON CREDERCI- Nicola toglie Dionisi, pensando a far rifiatare il proprio bomber in vista della supersfida di Verona. Dionigi, espulso per proteste a fine primo tempo, replica con Barillà e Comi per Armellino e Di Michele. Proprio quando la sconfitta sembra realtà , Gerardi al 28′ lascia partire un’improvvisa sberla da oltre 25 metri, che gonfia la rete con la complicità di un Fiorillo tutt’altro che esente da colpe. No, non è ancora finita, anche se al 31′ Duncan fallisce il poker che avrebbe mandato all’aria qualsiasi speranza. A 10 minuti dalla fine, l’incredibile. Anche Barillà calcia da distanza siderale, ma stavolta la conclusione è davvero di quelle da bloccare ad occhi chiusi: Fiorillo in effetti blocca, ma poi si fa passare il pallone sotto le braccia. 3-3, alzi la mano chi ci avrebbe puntato un solo centesimo! I titoli di coda, vivono di surrealità : i 22 in campo giocano sui nervi, saltano schemi, marcature ed ogni tipo di equilibrio. All’ultimo affondo, Dell’Agnello potrebbe rigettare la Reggina nella disperazione, ma calcia su Baiocco, dopo che lo stesso portiere per poco non imitava Fiorillo sul tiro di Ceccherini.
Tra tutte le rimonte compiute, in questo pareggio spicca sicuramente il sorriso della ‘Dea Bendata’, o se prefeite le topiche colossali di un ex, al secolo Vincenzo Fiorillo, che da stasera a Reggio sarà sicuramente benvoluto. La Reggina è ancora viva, perchè non conosce la parola resa: nel cammino verso la salvezza, questo è il dato di fatto più importante. Più importante dei se e dei ma, o dei mugugni di chi preferirà  storcere il naso…
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Ferdinando Ielasi-reggionelpallone.it
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