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Dario Marcolin non si fida della Reggina. Il neo tecnico del Modena riconosce alla squadra amaranto una solida organizzazione in fase difensiva, ben amalgamata dall’amico-nemico Dionigi. Queste le sue parole in vista della sfida di Tim Cup.
AMICO ‘RE’ – “Conosco bene Dionigi. Ricordo che ai tempi del Napoli io ero il capitano e lui era il vice. Due anni fa quando ero alla Fiorentina mi veniva spesso a trovare e seguiva gli allenamenti. Siamo amici fuori dal campo e, ovviamente, nemici in campo. Poi, oltretutto, lui è anche di Modena”.
PARTITA VERA – “ Con la Reggina sarà una partita vera. Affronteremo un avversario di pari categoria, e avremo la possibilità di capire cosa ci può mettere in difficoltà e cosa dobbiamo migliorare. Soprattutto, però, m’interessa vedere la crescita del nostro gioco e la ricerca della nostra fase offensiva. Ci troveremo di fronte tante situazioni che vengono a misurare a che punto siamo ad una settimana dal campionato. Qui si inizia a prendere responsabilità e mi piace perché si inizia a respirare aria di campionato”.”.
DUBBI IN DIFESA – “Ancora non ho deciso chi schiererò in difesa. Zoboli è cresciuto molto in settimana. Ha messo nel motore un po’ di benzina in più ed ha fatto tutto il lavoro con la squadra. Sta crescendo di allenamento in allenamento anche se ancora ci vorrà tempo per trovare la miglior condizione. Il caldo, infatti, non aiuta perché obbliga a spendere di più ed il recupero è anche più lento. Lui, però, si è applicato molto e, probabilmente, gli è anche servito il secondo tempo con il Sud Tirol per tornare in campo col caldo ed in mezzo ai compagni”.
FATTORE BRAGLIA – “Quando incontri una squadra di pari categoria il test è più vero. Giocatori più forti possono chiaramente metterti in difficoltà, ma la Reggina è al nostro livello, è formazione giovane come anche siamo noi ed ha una buonissima fase difensiva oltre a giocatori davanti che possono metterci in difficoltà. Abbiamo la fortuna di giocare in casa, dovremo fare la partita e vedremo se riusciremo a star alti con la linea difensiva come voglio, ma anche se riusciremo a stare corti, in 35-40 metri fra attaccanti e difensori così da dare poca possibilità all’avversario di giocare tra le linee. Vedremo anche se sapranno metterci in difficoltà e se sapremo trovare le contromisure. E’ importante in egual modo trovare subito l’adattamento giusto di fronte alle difficoltà”.
rnp
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