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Dove ci sono i giovani, c’è futuro. La Reggina, al netto delle iniziative, lo sa. L’ultima, presentata stamattina nella Sala 1914 dello Stadio Granillo, ha in sé un fascino particolare e sbarazzino, tratti tipici di quelle idee che si colorano di amaranto e vengono bagnate dalla freschezza dei tanti giovani, fiore all’occhiello del club di Via delle Industrie. Al tavolo dei relatori della presentazione dell’Accademia Amaranto, oltre al responsabile del settore giovanile Nick Amoruso, presenti i collaboratori dell’ex bomber amaranto Laiacona, Gebbia e l’anima, cosi è stata definita, di tutto il progetto, la signora Fazzari. Presente in prima fila, insieme al presidente Foti e al sindaco Arena, anche il presidente della Lega, Abodi.
A fare da sfondo, la squadra Primavera e tutto lo staff del settore giovanile amaranto. Un’occasione per dimostrare come il club voglia dimostrare come i giovani siano espressione di un sogno proiettato sempre più al futuro. E che, come spiega Gebbia, “deve essere un punto di riferimento che si radica nel territorio, come esempio. Ci vuole umiltà e ci vogliono sacrifici, perché si tratta di un progetto a lunga scadenza, che passo dopo passo potrà migliorarsi con la sinergia di tutti“.
Prende poi parola Amoruso. “Il calcio è lo specchio di una realtà collettiva e, in quanto tale, si carica di una responsabilità sociale che la Reggina cavalca ormai da moltissimo tempo. Il calcio parla un linguaggio universale: con un pallone ci giocano tutti, all’insegna di uno sport a misura trasversale, che unisce ed abbraccia qualsiasi classe sociale. Per questo,considero quello di oggi un giorno importantissimo. Non userò la parola sacrificio, perché quando c’è la voglia, i ragazzi lo sanno, non esiste il sacrificio. Siamo pronti“.
f.m. – rnp
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