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Più di 550 presenze accumulate in 20 anni, con 12 maglie diverse. Tantissimi gol (134) e tre promozioni, nelle fila di Varese, Reggina e Brescia. Una carriera intensa quella di Davide Possanzini, che proprio oggi ha dovuto dire basta, a causa delle ‘bizze’ di un cuore che è sempre stato grande come le sue giocate. Rnp rende omaggio ad un ex che rimarrà scolpito nella memoria e nei ricordi più belli, ripercorrendo le tappe più intense della sua avventura in amaranto.
IL DEBUTTO- 19 Settembre 1998, stadio San Paolo di Napoli, 3^ giornata di andata del campionato di serie B. Davide Possanzini, arrivato qualche giorno prima dal Varese, scende per la prima volta in campo con la maglia della Reggina addosso, rilevando nel finale Bombardini, sul punteggio di 1-1. Sono in pochi a conoscere le qualità dell’attaccante nativo di Loreto, ma il biglietto da visita lascia decisamente ben sperare: al primo pallone toccato infatti, Possanzini lascia sul posto due avversari e si invola come un fulmine verso l’area partenopea, prima che la sua azione venga ‘spenta’ solo all’ultimo istante dalla stessa difesa locale. Un lampo improvviso, un primo ‘assaggio’ di quello che sarebbe successo successivamente…
L’ESPLOSIONE- No, quella serpentina ubriacante vista a Napoli, non era solo una parentesi isolata. A dire il vero, in quella stagione Possanzini ci mette un pò prima di conquistarsi uno spazio di primo piano, ma dopo averlo preso, il posto da titolare non lo lascia più. L’eslplosione arriva tra Dicembre e Gennaio, quando in 3 partite (Atalanta, Cosenza e Genoa) mette a segno altrettanti gol, formando con Artico una coppia offensiva micidiale. Assist vincenti, dribbling e corsa, a servizio di una squadra che comincia a fare sul serio, lottando per la serie A. Il ‘Possa’, diventato ormai un elemento cardine degli amaranto, continua ad incantare ed a segnare gol pesanti, spianando la strada verso le vittorie contro Cremonese e Cesena, e regalandosi al Rigamonti di Brescia una splendida doppietta (la vittoria in casa delle Rondinelle, sancita da un bolide di Ciccio Cozza, sarà il primo vero passo verso il grande salto).
35 ANNI DOPO- Quando alla fine del torneo mancano solo 5 giornate, la Reggina si presenta al San Vito di Cosenza con un solo imperativo: vincere. La partita non decolla, finchè Davide nella ripresa parte palla al piede, scarta il portiere avversario e viene steso nel cuore dell’area rossoblù. Il susseguente rigore, viene calciato proprio da lui, ma Frezzolini si allunga e respinge. Il settore ospiti gremito di reggini resta impietrito, ma la delusione dura un attimo: nell’area di rigore c’erano troppi calcatori del Cosenza, il tiro è da ripetere. Dal dischetto c’è ancora Possanzini, e stavolta è gol: il derby finirà 2-1 per gli amaranto, la Reggina vince a Cosenza dopo 35 anni.
VITTORIA DECISIVA- Rispetto a Cosenza sono passate altre due giornate, ma la trasferta in questione è ancora più dura: Pescara e Reggina, appaiate al quarto posto, si sfidano in quello che rappresenta un vero e proprio spareggio anticipato. Dopo un primo tempo di sofferenza, la compagine dello Stretto passa in vantaggio nella ripresa, grazie ad un clamoroso autogol di Cannnarsa. Il finale è da vietare ai deboli di cuore, ma a blindare una vittoria che vale l’intero campionato, ci pensa Davide Possanzini: ripartenza micidiale, e tape in vincente che vanifica l’iniziale salvataggio sulla linea del difensore avversario. La Reggina vede la A ad un passo, proprio nello stadio dove l’aveva persa 10 anni prima, al termine di una crudele lotteria dei rigori.
NELLA STORIA- 13 Giugno 1999, stadio Delle Alpi di Torino, ultima giornata. Marco Ferrante ha appena riagguantato la Reggina, gelando i 20.000 tifosi amaranto che hanno invaso il Piemonte con ogni mezzo. Il pareggio non basta, ma a distanza di due soli minuti da quel gol che sembrava sancire l’incubo, il ‘Possa’ riceve un pallone d’oro, eludendo l’uscita di Pastine e servendo a sua volta, sui piedi di Tonino Martino, la palla che vale la storia. Torino 1 Reggina 2: Reggio è in serie A per la prima volta, e nelle strade scoppia una festa che ricorda quella del carnevale di Rio. “Nella Reggina c’è, un giocatore che, dribbla come Pelè…Possanzini alè, alè!”, tra i cori più gettonati, non poteva mancare un omaggio per quello sconosciuto attaccante venuto da Varese, che in circa 9 mesi si era trasfrormato da oggetto misterioso ad idolo indiscusso.
LA PRIMA VOLTA- Nel destino di Possanzini, ancora una data: 19 Settembre. E’ passato un anno esatto dal suo debutto in amaranto, e stavolta si gioca al Dall’Ara di Bologna: favorito da un lancio di Pirlo, Davide fa tutto da solo, e dopo aver beffato prima Paganin e dopo Ingesson, scarica alle spalle di Pagliuca un sinistro imprendibile. Bologna 0 Reggina 1, è la prima vittoria in massima serie.
QUEL GIORNO, A MILANO… San Siro di Milano, 1 Aprile 2000. Alla fine mancano 7 partite, ma la Reggina, nonostante una salvezza vicinissima, non ci sta a perdere in casa dell’Inter. A 9 minuti dalla fine, i nerazzurri commettono il più grande degli errori, ovvero concedere troppo spazio a Davide Possanzini: l’attaccante ringrazia, converge da destra verso sinistra e fulmina Peruzzi con un rasoterra di precisione chirurgica. Dopo aver bloccato sul pari casalingo Juventus e Milan, la ‘matricola terribile’ ha beffato anche l’Inter di Moratti.
GRAZIE CAMPIONE!- Nel Gennaio del 2001, Possanzini lascia Reggio per trasferirsi alla Samp, nell’ambito dello scambio che riporta in amaranto un altro ‘grande Davde’, ovvero Dionigi. Prima di lasciare però, Possa regala l’ultima chicca: suo il gol, che alla prima giornata consente agli amaranto di riacciuffare l’Inter (ancora i nerazzurri nel mirino…), per quella che nel secondo tempo si trasformerà in un’altra impresa, grazie al centro di Marazzina.
9 Settembre 2001, campionato di serie B, 3^ giornata: Possanzini torna al Granillo da avversario, con 20.000 persone pronte ad accoglierlo così come si fa con i più grandi. La sua maglia adesso è blucerchiata, ma il coro della Sud rimane identico: “Nella Reggina c’è, un giocatore che, dribbla come Pelè…Possanzini alè alè!”….
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Ferdinando Ielasi-reggionelpallone.it
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