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‘Rosin, Bagnato, Attrice’…inizia come qualsiasi tifoso amaranto Massimo Mariotto, appena gli si chiede di quella Reggina che ha marchiato a fuoco cuore e anima. Più di duecento presenze sparse tra il 1986 e il 1995, in mezzo altre esperienze che ricorda volentieri, ma non con la stessa passione che usa per la Reggina. Il colore amaranto diventa granata e non lo abbandona nemmeno oggi che è direttore sportivo della Salernitana. Un viaggio a ritroso nel tempo che inizia con l’impresa realizzata da una ‘sporca dozzina’…
Direttore, come ricordare la stagione della promozione in B?
“Come un viaggio meraviglioso, compiuto da ‘una sporca dozzina’ di giocatori. Quel sogno è stato possibile grazie alla collaborazione di tutti. Il presidente Foti era alle prime esperienze ma già capace, noi giocatori ci sentivamo come in uno stato di grazia. I tifosi erano semplicemente eccezionali, ci trascinavano verso la vittoria”.
Una squadra che ha fatto la storia della Reggina, ancora oggi recitata come un rosario dai tifosi amaranto.
“Rosin, Bagnato, Attrice, potrei continuare senza problemi. La cosa che mi fa più piacere è che anche i tifosi più giovani si ricordano di quella squadra, significa che siamo entrati nella memoria collettiva. Si è creata un’alchimia particolare, c’era un atmosfera magica. Pochi giorni fa pensavo una cosa…”.
Prego.
“Notavo come quella Reggina fosse assolutamente perfetta in ogni singolo particolare. Basti pensare allo staff tecnico: Scala, Carminati e Di Palma. Il primo si è ritirato dopo aver vinto tutto o quasi da allenatore. Il secondo lavora con Mancini al Manchester City, Di Palma è nello staff della Nazionale di Prandelli. Non serve aggiungere altro”.
I suoi ricordi legati all’esperienza in riva allo Stretto?
“Inutile dire che la Reggina è stata la squadra più importante della mia carriera, basta guardare le presenze. Con la maglia amaranto addosso mi riusciva tutto, mi sentivo un Dio. Ho vissuto momenti indimenticabili”.
Il più bello in assoluto?
“La rete nel derby con il Cosenza. Era la partita della svolta, segnai un gol bellissimo in pallonetto. Ad animare me, e tutti i miei compagni, era la fame di risultati. Abbinata ad una voglia incredibile d’emergere, farsi notare nel mondo del calcio”.
Voglia che forse è un po’ mancata nella Reggina della scorsa stagione.
“Ho seguito il percorso della squadra, non sono d’accordo con chi dice sia stato un fallimento. E’ stata un’annata particolare, di transizione, forse hanno influito i balletti in panchina. Si poteva forse fare di più ma io ho intravisto anche aspetti positivi”.
Il presidente Foti ha dichiarato di voler dare vita a un nuovo progetto con Dionigi in panchina. E’ la scelta giusta?
“Credo di si. Da direttore sportivo del Benevento ho avuto modo di seguire da vicino il lavoro di Dionigi a Taranto. Fa giocare bene le sue squadre, ha personalità e idee precise”.
Lei è passato dalla Prima alla Seconda Divisione, ma si può ugualmente affermare c’è stato un salto di qualità.
“Vero, il progetto di Lotito e Mezzaroma è ambizioso. So di giocarmi una chance importante, non capita tutti i giorni di essere ingaggiati dal presidente della Lazio. La Salernitana vuole riprendersi un ruolo da protagonista nel calcio, io ci metterò tutto l’impegno possibile”.
In chiave di mercato è scontato l’asse con la società biancoceleste. Nomi in arrivo?
“Abbiamo ingaggiato Adekele, cresciuto nella Lazio e l’anno scorso con la maglia del Pergocrema. Perpetuini e Ceccarelli potrebbero seguirlo a breve. Stiamo incontrando alcune difficoltà a convincere i giovani del vivaio biancoceleste ad accettare la Seconda Divisione”.
Qualche contatto di mercato con Foti?
“La Reggina possiede diversi giovani di qualità, con il presidente abbiamo parlato di possibili affari. Cernuto e Di Lorenzo erano due soluzioni interessanti, credo però siano finiti altrove. Ne riparleremo più avanti con calma, dopo aver capito quali e quanti giovani arriveranno dalla Lazio”.
Pasquale Romano – rnp
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